13 Ottobre 2010

Accordo tra la Provincia di Prato
e importanti imprenditori cinesi


I cinesi di Wenzhou, municipalità con cui è gemellata la Provincia di Prato dal 2000, e da cui provengono peraltro la maggior parte dei cinesi che vivono nella città toscana, sono pronti a impegnarsi per acquistare tessuti di alta qualità realizzati dalle imprese tessili di Prato e vino del territorio di Carmignano, dove viene prodotta la più antica docg italiana. Domani un protocollo d’intenti che va in tale direzione verrà sottoscritto dal presidente della Provincia, Lamberto Gestri, e dal vicesindaco di Wenzhou, Meng Jianxin. Con questo protocollo – che è in via di formulazione definitiva in queste ore – la municipalità di Wenzhou mette a disposizione gratuita della Provincia di Prato anche 500 metri quadrati di spazi espositivi nel Centro del tessuto e dell’abbigliamento di Wenzhou per promuovere i prodotti pratesi. All’incontro di domani parteciperanno i sindaci, a partire da quello di Prato, e i rappresentanti delle categorie economiche e dei sindacati.

La delegazione proveniente da Wenzhou, è in Italia da lunedì. Ne fanno parte oltre al vicesindaco, alcuni amministratori che si occupano di economia e commercio e quindici imprenditori tra cui Zhen Chenai, presidente dell’Associazione per l’abbigliamento della città cinese. “Siamo di fronte evidentemente a una evoluzione significativa, direi ad una svolta, nelle relazioni che ci legano a Wenzhou. Per la prima volta la collaborazione si concretizza nella definizione di un rilevante accordo di carattere economico. E questo è un segnale davvero importante”, commenta il presidente Gestri. “La situazione a Prato sul fronte della presenza della comunità cinese è complessa e gli interventi per l’emersione delle imprese e per il contrasto all’illegalità devono essere compiuti con determinazione – spiega Gestri – Certo iniziative come questa con Wenzhou possono essere d’aiuto e aprire prospettive di relazione e scambio commerciale. Sono convinto che facendo progetti insieme, italiani e cinesi, si sostengono quei processi di integrazione che non sono ne’ facili, ne’ rapidi”.

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