Lutto: Bugetti scrive a Roberto Cenni
in qualità di sindaco di Cantagallo


Candidata alla segreteria del Pd m, pur sempre, sindaco di Cantagallo, Ilaria Bugetti ha inviato una lettera al collega Roberto Cenni sulla tragedia di via Ciulli e sulla questione del lutto cittadino.
“Egregio collega, nelle prime ore seguite alla tragedia del sottopasso di via Ciulli, nel cuore e nella mente, rimbalzavano due sentimenti: il dolore per tre vite così tragicamente stroncate e lo sconcerto per il fatto in sé, per come sia stato possibile che ciò accadesse per una pioggia un po’ più forte del solito – si legge – Avevo detto che quello era il momento del cordoglio e della vicinanza alle famiglie. Ma che – interpretando, credo, un sentimento comune a tutti, – bisognava presto fare luce sulle esatte dinamiche della tragedia, accaduta su una strada comunale, in un luogo pubblico”.
“Poi, le sue prime dichiarazioni e la mancata proclamazione del lutto cittadino hanno offerto uno spettacolo a mio parere imbarazzante e non rappresentativo del sentire comune della città. Voglio dirglielo in forma diretta e senza alcuna strumentalità – aggiunge Bugetti – Mi ha colpito l’amaro titolo di Repubblica in cronaca nazionale: “A Prato vince l’indifferenza”. Più chiaro ancora è stato il giudizio del Corriere della Sera, che non è certo un giornale di parte, dove l’editoriale di apertura iniziava così: “Il sindaco di Prato ha sbagliato non dichiarando il lutto cittadino (…) Un gesto di sensibilità pubblica nei confronti della comunità asiatica sarebbe stato politicamente opportuno”.
“Mi sono ritrovata pienamente nelle dichiarazioni del vescovo Simoni”, dice ancora Ilaria Bugetti. E conclude: “Lei si è detto preoccupato per le tensioni in città, ha parlato di cerini e lanciafiamme. Ecco, bene, provi allora a fare il pompiere, a spegnere quel focolaio che i suoi amici di coalizione attizzano e che anche lei, con la sua sottovalutazione della questione, contribuisce a infiammare. La storia dell’immigrazione, a partire da quella massiccia italiana del secolo scorso, avrebbe dovuto insegnarci qualcosa… Da sindaco di un comune piccolo a sindaco del capoluogo, mi permetta allora un consiglio: torni indietro, lasci stare i precedenti (che non esistono) e per la giornata dei funerali delle tre donne scomparse, proclami il lutto cittadino e la partecipazione ufficiale al rito con il gonfalone. Forse, non sarà troppo tardi. E se lo fosse, avrà comunque provato a gettare un po’ d’acqua sul fuoco. Come dovrebbe sempre fare chi guida una comunità, grande o piccola che sia”.

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