10 Marzo 2011

Il Tribunale nega alla Btp l’amministrazione straordinaria


Nella crisi della Btp, si aprono scenari di guerra a carte bollate. Quella di fatto dichiarata ieri dal presidente del cda Roberto Bartolomei (socio di Fusi) al Tribunale di Prato, con la richiesta di ammissione all’amministrazione straordinaria presentata al Ministero dello sviluppo economico. Il Tribunale ha risposto con un decreto inviato allo stesso Ministero con cui si sottolinea che Bartolomei non ha alcun titolo per operare in nome di Btp, in quanto è stato sospeso dalla carica e sostituito un mese fa dal commissario Bruno Inzitari, incaricato di tentare il salvataggio dell’azienda.
E proprio sulle modalità di salvataggio è nato lo scontro: Inzitari sta cercando un accordo con le banche per la ristrutturazione del debito attraverso il ricorso alla legge fallimentare e la possibile cessione di un ramo d’azienda. Ipotesi evidentemente sgradita alla proprietà, che punta al ricorso alla legge Marzano.
In attesa di nuovi partner, nei giorni scorsi il commissario aveva trovato un accordo con le banche per un prestito ponte da 30 milioni, che ha consentito lunedi scorso di riprendere i lavori sulla terza corsia dell’Autostrada, appalto a rischio rescissione in caso di ulteriore stop al cantiere.
La vicenda è seguita con apprensione dai circa 1000 dipendenti Btp in tutta Italia, fra cui circa 600 fra Prato e Firenze, ma anche dai centinaia di fornitori che rischiano di chiudere per via dei crediti non riscossi dall’azienda di costruzioni di Calenzano. Nei giorni scorsi i lavoratori hanno ricevuto un anticipo di 500 euro sugli stipendi di febbraio e per oggi era atteso il pagamento della mensilità di gennaio.

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