I profughi giunti a Prato


Sono arrivati e stanno bene, questa è la prima e più importante notizia. Sono i profughi, tredici adulti più una bambina di sette mesi, anche lei in buona salute, richiedenti asilo politico arrivati nel tardo pomeriggio di oggi in città. Sono partiti dalla Libia a causa della guerra, vivevano a Misurata, dove lavoravano.
Ci sono due coppie, una del Burkina Faso con una bimba piccola e una della Nigeria. Poi ci sono sette uomini del Bangladesh e due provenienti dal Pakistan.
Giovani uomini con facce da ragazzini, scappati dall’orrore della guerra civile che sta devastando la Libia. Sono tutti maggiorenni, lavoratori in un Paese che fino alla rivolta contro Gheddafi li occupava come operai ceramisti, nel caso dei bengalesi, e come carpentieri.
Sono sbarcati questa mattina al porto di Genova, provenienti da Lampedusa. Sono arrivati a Prato grazie ad un pullman messo a disposizione della Cap, accompagnati per tutto il giorno dalla funzionaria della Provincia Elena Cardosi. Giunti in città sono stati visitati per un controllo medico presso il reparto di malattie infettive dell’ospedale, poi in Questura per l’identificazione. Nel tardo pomeriggio, verso le 18,30, sono giunti a Cerreto, nel comune di Prato, accolti dalla struttura diocesana «Casa Madonna della Tenerezza», gestita dall’Opera Santa Rita.
I profughi rimarranno ospiti a Cerreto, e accuditi dagli operatori del Santa Rita, fino a che non riceveranno lo status di rifugiato; solitamente il tempo varia da tre a sei mesi.
Nei loro racconti, in inglese e francese, il ricordo di scene di guerra, di persone uccise e tanta voglia di fuggire da una terra che prima delle ostilità dava loro un lavoro e un posto dove vivere.

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