18 Agosto 2011

Prato e Pistoia contro il decreto che cancella
le Province. Gestri e Fratoni chiamano a raccolta parlamentari e Regione


Tutti attorno allo stesso tavolo (Regione, parlamentari, province e comuni di Prato e Pistoia) per capire se e come è possibile modificare il decreto legge con quale il Governo intende abolire le province con meno di 300 mila abitanti o con una superficie fino a 3 mila chilometri quadrati. E’ quanto hanno proposto i presidenti delle province di Prato e Pistoia, Lamberto Gestri e Federica Fratoni, che stamani si sono incontrati a palazzo Banci Buonamici. Il vertice dovrebbe tenersi lunedì 29 agosto, in tempo utile prima che il decreto approdi al Senato per l’approvazione definitiva. Un incontro a due senza chiudere la porta ad un dialogo con Firenze, ma con una premessa: “non siamo province da annettere” hanno puntualizzato Gestri e Fratoni. Prato e Pistoia ad oggi di fatto sarebbero tagliate fuori (rispettivamente, infatti, contano 250.624 e 293.061 abitanti), ma sono pronte a dare battaglia e chiedono che il decreto sia profondamente rivisto. Le due province rivendicano la propria autonomia ed il diritto dei cittadini ad esprimere il proprio parere anche attraverso un referendum, come per altro previsto dalla bozza di legge Calderoli. Un decreto fortemente criticato da Gestri e Fratoni per le modalità e per il pressapochismo con cui è stato adottato, anche se i due amministratori nutrono più di un dubbio sulla costituzionalità e dunque sulla sua approvazione. “E’ uno spot del Governo, confezionato come una lotteria, che non produce alcun beneficio immediato ma solo costi, legati a eventuali referendum e riorganizzazione”, afferma Fratoni. “Per Prato è i pratesi è un provvedimento inaccettabile che ci fa tornare indietro.  E non è una questione di campanile ma di servizi e uffici. E’ soltanto uno specchietto per le  allodole, un danno vero per i cittadini”, rincara la dose Gestri. 
Se il decreto dovesse passare si aprirebbe un confronto sui vari scenari più o meno possibili: dall’accorpamento delle province di Prato e Pistoia, al momento non fattibile, alla creazione di tre grandi province della Toscana. Una proposta quest’ultima già avanzata dal governatore Enrico Rossi.
I due presidenti sono pronti a discutere dei futuri assetti istituzionali – del resto in Toscana se ne sta parlando da tempo – ma non a partire da queste premesse. Non è un mistero che Fratoni veda bene un riassetto regionale fondato su tre grandi Province, mentre Gestri sia per  lavorare prima di tutto su progetti concreti per lo sviluppo dell’area metropolitana. “La nostra autonomia è stata voluta dalla gente, i pratesi l’hanno conquistata dopo decenni di battaglie combattute insieme anche da forze politiche diverse” ha messo in evidenza Gestri. “In questo momento difficile e complicato per il distretto sia da un punto di vista economico e sociale  sarebbe un errore tornare indietro. Non è una questione di campanile ma di funzionalità di servizi per la comunità e per l’economia locale”.

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