21 Dicembre 2011

Lavoro, dati shock: in tre mesi persi oltre 1.100 posti


Numeri negativi e il peggio sembra tutt’altro che passato. Emergono dati preoccupanti dal report sul mercato del lavoro pratese pubblicato dalla Provincia. L’analisi riguarda il terzo trimestre 2011 (da luglio a settembre) e fotografa i movimenti dell’occupazione pratese. I numeri indicano una brusca frenata sul fronte del saldo assunzioni-cessazioni rispetto al trend del resto del 2011. Fra luglio e settembre il saldo segna un meno 1.144 e, pur considerando che il monitoraggio riguarda solo tre mesi, sono numeri che destano preoccupazione. Le cose vanno particolarmente male per per gli uomini che hanno un meno 1.092 contratti, mentre le donne si fermano a meno 52.
Il report, elaborato dall’Osservatorio provinciale e dal servizio Lavoro della Provincia contiene i dati sui flussi (cioè il movimento dei contratti) nel periodo luglio-settembre 2011 di coloro che lavorano nella provincia di Prato.“Non c’è dubbio che si tratta di dati negativi e la maggiore preoccupazione la desta il tessile, il settore con il saldo peggiore. Si tratta di soli tre mesi però e il punto lo faremo seriamente quando avremo a disposizione i numeri dell’intero anno 2011 – commenta la vicepresidente della Provincia Ambra Giorgi – Le persone che alla fine del terzo trimestre hanno perso il posto di lavoro avevano quasi tutte un contratto a tempo determinato che non è stato rinnovato. Sembra dunque che sia scattata la trappola del precariato. Alle prime avvisaglie della crisi tutti i lavoratori assunti con contratti deboli sono stati immediatamente scaricati, come zavorra da una nave in tempesta”. Giorgi aggiunge che per di più con questi contratti non si ha diritto agli ammortizzatori sociali. “Potranno, nei limiti di quanto è ancora disponibile, eventualmente usufruire della Linea 4, che sarà ripubblicata ad inizio 2012. Ma i 25 milioni stanno ormai per finire e sappiamo che non potremo dare aiuto a tutti”. Giorgi lancia dunque un appello al nuovo ministro del Lavoro Elsa Fornero perché finalmente si metta mano a una vera riforma del sistema degli ammortizzatori sociali, ormai assolutamente indispensabile.

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