18 Aprile 2014

Rogo Macrolotto, la Procura ottiene il giudizio immediato e i due proprietari del capannone tornano in libertà


La procura di Prato ha chiesto e ottenuto il giudizio immediato per 5 degli indagati per il rogo della ditta cinese ‘Teresa moda’, andata a fuoco l’1 dicembre scorso causando la morte di 7 orientali che vivevano nella ditta, dove era stato ricavato, abusivamente, un dormitorio. Tra loro ci sono i due fratelli italiani Giacomo e Massimo Pellegrini, soci della Mgf di Prato, proprietaria del capannone dove aveva sede la ditta di pronto moda, e tre cinesi, le due sorelle Yuo Lan e Youli Lin e il marito di una di loro, Xiaoping Hu, gestori di fatto della ‘Teresa moda’.
E’ inoltre emerso che anche il padre dei Pellegrini è stato indagato dalla procura, per un suo presunto ruolo nell’attività della Mgf. Indagata, e finora irreperibile, una cinese indicata come prestanome dei titolari della ditta di confezioni.

Per i 5 per i quali il gip Angela Fantechi ha disposto il giudizio immediato – provvedimento notificato oggi – a marzo scorso erano state anche disposte ordinanze di custodia cautelare, in seguito allo sviluppo delle indagini condotte dalla squadra mobile di Prato.
In particolare Giacomo e Massimo Pellegrini erano finiti agli arresti domiciliari, misura che è stata ritirata oggi con un giorno di anticipo rispetto alla scadenza. Avendo ottenuto il via libera per il giudizio immediato, si erano infatti esaurite le esigenze cautelari motivate con il rischio di inquinamento delle prove. Alberto Rocca, avvocato difensore dei fratelli Pellegrini, avrà ora 15 giorni di tempo per decidere se chiedere il rito abbreviato o il patteggiamento. In caso contrario il processo inizierà il 25 giugno. Mentre Giacomo e Massimo Pellegrini sono stati rimessi in libertà, ancora non sono state depositate le motivazioni della sentenza con cui il Tribunale del Riesame ha rigettato l’opposizione all’ordinanza cautelare da parte dell’avvocato Rocca. Un ritardo che ha ostacolato un ulteriore ricorso in Cassazione.

Secondo l’accusa, come spiegato in occasione della conferenza stampa per gli arresti, per gli inquirenti i due soci della Mgf immobiliare sarebbero stati a conoscenza degli abusi edilizi nell’immobile di loro proprietà. Accusa che, secondo quanto emerso poi, successive testimonianze raccolte dagli inquirenti avrebbero confermato: in particolare sarebbero state acquisite dichiarazioni che farebbero riferimento a visite dei due fratelli indagati nel capannone quando già erano stati effettuate le modifiche dei locali. Sono invece tuttora in carcere i tre gestori di fatto della ‘Teresa moda’. Le ipotesi di reato contestate a tutti e cinque sono concorso in omicidio colposo e incendio colposo.

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