Viadotto del Soccorso a rischio blocco: l’Autorità di Vigilanza boccia le procedure utilizzate per il raddoppio della declassata

L’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici boccia i lavori di ampliamento della declassata. I lavori per il viadotto, rampe accessorie comprese, secondo Avcp presentano molte irregolarità tecniche e potrebbero essere a rischio blocco. L’autorità ha insomma recepito l’esposto presentato lo scorso gennaio dal gruppo consiliare del Partito Democratico, che aveva già rilevato una serie di vizi di forma tali dal rendere illegali le modalità utilizzate dalla pubblica amministrazione, sia per l’affidamento della valutazione di impatto ambientale, sia per la messa a gara dei lavori per la messa in sicurezza delle rampe di accesso. Non solo: anche la frammentazione dei lavori totali per arrivare poi al raddoppio effettivo della declassata è finita sotto la lente di ingrandimento della authority. Ma andiamo con ordine. Per la consulenza tecnica e la valutazione ambientale realizzata dalla società romana Iride, senza procedura negoziata e consultazione di almeno 5 operatori, il 20 ottobre 2011 sono stati inseriti nei capitoli di spesa 77.500 euro (peraltro con modalità di calcolo non chiare), cifra ben al di sopra del limite di 40mila euro che consentirebbe di utilizzare l’affidamento diretto come procedura (secondo la legge sugli appalti pubblici). Altro punto dolente è la copertura finanziaria dei lavori (si parla di 915mila euro), per i quali, fra l’altro, la gara di appalto è stata bandita dal servizio lavori pubblici prima che fosse stata firmata una apposita delibera di giunta apposita (altra procedura ritenuta irregolare). Copertura che, al momento dell’invio delle lettere di invito alle aziende da parte del Comune, non era a disposizione delle casse comunali, contrariamente a quanto imposto dai principi di contabilità pubblica, legalità e buona andamento imposti dalla Costituzione. Il Comune, al momento della gara, aveva a disposizione soltanto i 200mila euro per la messa in sicurezza della rampa direttamente collegata al precedente intervento di via Nenni. Da qui la necessità successiva di ridimensionare l’importo con determina dirigenziale del 29 ottobre 2013, causando però, come prontamente rilevato da Avcp, una “illegittima compressione della concorrenza”, vista l’esclusione dagli inviti originari di un gran numero di possibili aziende interessate e rispondenti ai requisiti, per l’ammontare effettivamente a disposizione delle casse comunali. Non solo: alla giunta Cenni viene anche contestato di essere in contrasto col principio di par condicio fra le imprese invitate, poichè la modifica delle condizioni contrattuali viene considerata “Lesiva di un interesse legittimo ed incidente sulle rispettive offerte economiche presentate dalle aziende stesse”. Il Comune avrà 15 giorni di tempo per rispondere con delle controdeduzioni, dopo di che Avcp dovrà esprimere il suo parere definitivo. “Proseguire nella costruzione del viadotto a questo punto è da irresponsabili – ha commentato Massimo Carlesi, capogruppo Pd in consiglio comunale – C’è una istruttoria in corso. Se le irregolarità segnalate verranno confermate ci rivolgeremo alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti per bloccare l’opera e individuare le responsabilità penali di tutta questa faccenda. Sembra quasi che la giunta Cenni sappia che non verrà rieletta e cerchi di lasciare un sacco di problemi ai suoi successori. La cosa più paradossale è che per realizzare questo disastro non si sono volute ascoltare né le considerazioni dell’opposizione, né le osservazioni dei cittadini, procedendo in maniera miope, superficiale e arrogante”.