22 Novembre 2014

Orientamento, supporto linguistico, arte e musica sin da piccoli: ecco le proposte da Prato per #labuonascuola


A due settimane da #CambiapratoOra, l’appuntamento organizzato dal Pd Prato per lanciare idee su #LaBuonaScuola, è stato inviato a Roma il documento di sintesi che sottolinea le criticità ma anche le proposte che giungono dagli studenti e dagli insegnanti di Prato e provincia. La senatrice e responsabile Scuola del PD, Francesca Puglisi, partecipando a #CambiapratoOra si è impegnata a farsi portavoce di quanto contenuto nel documento. “Al di là delle singole proposte raccolte nel documento – spiega Aurora Castellani, responsabile Cultura e Istruzione del PD pratese – quello che è emerso da ogni gruppo di lavoro con forza, trasversalmente, è un’idea comune della scuola pubblica, a Prato e nei territori della Provincia. La scuola è prima di tutto palestra di cittadinanza e accoglienza, di uguaglianza nelle diversità, il luogo in cui si formano i cittadini di domani e il modello che proponiamo, aperto e inclusivo, in cui c’è una possibilità per ciascuno e nessuno rimane indietro, è lo stesso che pensiamo per la nostra città e il Paese”.
Tra le tante proposte emerse dai cinque tavoli di #CambiapratoOra, l’orientamento e supporto nella “lingua per lo studio” al passaggio nella scuola secondaria di I grado e nel biennio della scuola secondaria di II grado e la valorizzazione di materie come storia dell’arte e musica fin dalla scuola primaria, anche in collaborazione con realtà culturali già attive sul territorio. Proposta inoltre la dotazione di connessione via cavo a 100 megabyte nelle aule, accedendo anche a fondi europei di finanziamento, e la revisione dell’orientamento in entrata inserendo la figura del tutor e investendo su percorsi laboratoriali. Tra le altre esigenze, anche la creazione di fondi strutturati e stabili per didattica, laboratori e recuperi.

Subscribe
Notificami
guest
1 Comment
Oldest
Newest Most Voted
Inline Feedbacks
View all comments
Centro studi Prato 2.0
Centro studi Prato 2.0
9 anni fa

Il centro studi Prato 2.0 ritiene positivo il risultato emerso dal confronto sulla scuola di cambia Prato. In particolare il gruppo scuola coordinato dal prof. Claudio balducci del centro studi ritiene che
La scuola ha una grande importanza sociale, un peso determinante sia perché rappresenta il movimento della società verso il futuro, sia per gli effetti immediati che essa ha sul presente. La scuola è il luogo in cui si possono creare condizioni per una convivenza migliore, ma è anche il luogo in cui si devono affrontare percorsi di formazione che hanno inevitabili momenti di durezza necessari per la crescita e la maturazione dei giovani. Nei confronti di tutto ciò la scuola deve sapersi attrezzare con giustizia e saggezza.
La scuola ha una grande importanza sociale, un peso determinante sia perché rappresenta il movimento della società verso il futuro, sia per gli effetti immediati che essa ha sul presente. La scuola è il luogo in cui si possono creare condizioni per una convivenza migliore, ma è anche il luogo in cui si devono affrontare percorsi di formazione che hanno inevitabili momenti di durezza necessari per la crescita e la maturazione dei giovani. Nei confronti di tutto ciò la scuola deve sapersi attrezzare con giustizia e saggezza. Il problema della convivenza a Prato poi riveste una particolare importanza che si presenta immediatamente come difficoltà ma che può rivelarsi come momento di rinnovamento profondo per la nostra comunità e di proiezione sempre più matura in un futuro che si fa sempre più complesso. Alla base devono essere curati l’adeguamento degli spazi e la loro sicurezza, le strutture e le attrezzature, la preparazione e la disposizione del personale che vi opera. Deve essere altresì assicurato il rapporto fra comunità scolastica e la comunità sociale nel suo complesso con appositi strumenti organizzativi. Da curare in modo particolare l’offerta orario nella pre-scuola e nella scuola di base, oltre a saper articolare l’uso degli spazi scolastici anche per iniziative sociali sempre volte alla formazione anche dei cittadini in senso lato. Da questo punto di vista saper organizzare offerte di educazione degli adulti è fondamentale, come pure è fondamentale saperle organizzare secondo le specificità di questo particolare tipo di discenti, senza dover necessariamente ricalcare i modelli degli studenti curriculari. Osservando come, soprattutto a livello di scuola superiore, il modello italiano sia il più rigido del mondo e incapace di adeguarsi ai cambiamenti sociali in atto, tenendo anche conto dell’estrema difficoltà di un cambiamento del sistema complessivo e dell’impossibilità di pensarlo a livello di Amministrazione Comunale, potremmo comunque puntare all’istituzione o alla promozione di un istituto superiore specifico al di fuori della struttura statale scolastica, ma ad essa collegato, attraverso il quale sperimentare modi nuovi di fare scuola puntando a diventare modello di ispirazione generale, una ipotesi come esempio potrebbe essere quella di una scuola superiore circense (quella di Bologna è di livello universitario), che avrebbe anche la potenzialità di dare uno sbocco a occupazione storiche perse ma tradizionali della comunità sinta della città, contribuendo a farla uscire dal degrado. L’Idea è quella di – creare un link piu’ stretto tra scuola formazione e lavoro. I veicoli sono gli istituti superiori il PIN e la FIL: dall’altro lato le imprese più che le categorie di imprese. Il collocamento tra domanda e offerta di lavoro è centrale visto che l’università sforna laureati che poi non hanno possibilità di collocamento, oppure la FIL forma persone che solo nel 9% dei casi trova lavoro. Anche a Prato va fatta una riflessione su questo partendo dai settori in cui manca personale o settori in cui manca un ricambio generazionale (settore artigiano e commercio) – sul lato innovazione dovremmo avere più cognizione di causa della necessità di creare profili di interesse per la comunità pratese e non disperdere le risorse dei nostri giovani, in particolare a Prato quanti soldi l’Amministrazione Pubblica intende direzionare per la ricerca ? Ma, a prescindere dalle difficoltà di ordine generale, esiste ovviamente un problema di edilizia scolastica, sia come insufficienza, sia come inadeguatezza, sia, soprattutto come incongruenza fra offerta e bisogno delle varie zone: esistono plessi scolastici ultra-popolati e plessi scolastici che obbligano famiglie ad allontanarsi dalla propria zona per andare altrove. Tutto ciò ha bisogno di una programmazione che guarda al futuro e che deve anche rivedere le linee di zonizzazione. Abbiamo chiesto all’assessore Ciambellotti un incontro proprio su questo punto per conoscere la generalità della situazione, ma anche per aiutare l’Amministrazione stessa con la moltiplicazione dei sensori che un gruppo come il nostro può offrire. Tutto ciò va indubbiamente fatto in collegamento con la programmazione urbanistica e con le previsioni del futuro della città. Infine, Prato ha una offerta scolastica molto compatta. Sulle primarie l’idea …..iniziare con le materne per l’apprendimento di lingue estere (inglese, ma anche il cinese), ma se si vuole dare una svolta reale alla conoscenza dell’ inglese in italia si deve cominciare da due anni con specifici programmi video , cartoni animati ed altre forme di filmati ovviamente accompagnati dall audio… sviluppare cose di questo tipo costa relativamente poco , molto materiale e’ gia’ presente sul mercato…..l’apprendimento della lingua tra i 2 ed i 6 anni avviene ad un livello molto profondo e tutto il materiale al quale il bambino e’ stato esposto resta in modo marcato nel patrimonio conoscitivo della persona ….se alla visione di questo materiale si accompagna la presenza della mamma o del babbo il bAmbino avra’ un supporto affettivo contemporaneamente ad un mezzo culturale linguistico, insomma si crescono persone piu preparate e piu forti passando dal gioco esattamente come previsto in natura……. Sulle medie..il processo di arrivo alle superiori e’ un ponte importante che caratterizzerà la vita di molti: l’aiuto alla scelta in case alle peculiarità rappresenta una azione importante da fare da parte della amministrazione come orientamento -Inoltre il programma linguistico delle medie non dovrebbe ricominciare da capo (es; i colori, gli oggetti, i nomi dei famigliari), ma avere un seguito con il programma della materna /elementare. Altrimenti si continua così com’è ora e cioè, i ragazzi che escono dalle medie non sanno dialogare usando le lingue straniere, primo tra tutti l’inglese. Sulle superiori..l’offerta e’ variegata a Prato L’idea sopra accennata di un istituto (per il triennio 3-4-5) superiore di una scuola largamente circense potrebbe essere una ispirazione importante, sia per richiamare molti giovani idonei a attività diverse che non siano quelle dello studio tradizionale, sia per impiegare anche giovani di altre etnie che troverebbero in questo tipo di scuola uno sbocco più congeniale, sia per richiamare studenti da altre parti d’Italia – come detto in Italia esiste una scuola circense a Bologna ma solo a livello universitario, e qualcosa nel nord Italia. Inoltre una scuola di questo tipo potrebbe dare sbocchi performativi di forte richiamo turistico. A livello universitario ci sono delle originalità ma il decentramento universitario sta attraversando una fase di ripensamento e quindi di difficoltà sia per la presenza di solo 2 tipi di approfondimento universitario sia per un problema strutturale correlato (mancanza mensa e alloggi). C’è bisogno da una parte di collegare alla città la struttura universitaria che lavora quasi esclusivamente in isolamento, c’è bisogno di offrire agli studenti servizi come un foyer, una mensa e altre strutture di accoglienza di base, inoltre c’è bisogno di entrare in maggior contatto con le università straniere che sono a Prato e prevederne una terza che è imprescindibile, cioè una università cinese che, sul modello del Progetto Colombo australiano funga da ponte fra la comunità cinese locale, tutta dedita al lavoro, isolata dal resto della comunità cittadina e lontana da ogni elaborazione culturale e la società e la cultura della nostra città. Non si tratta tanto di creare una simbologia nei confronti di una comunità forte che esiste sul nostro territorio, quanto di creare un trait-d’union fra questa comunità che non ha molti elementi di collegamento con la città pratese, e di creare un polo colto che faccia da ponte – anche in unione con l’università’ di Firenze – fra la comunità cinese del lavoro e la città di Prato. Il progetto Colombo che fu sperimentato dall’Australia subito dopo la fine della seconda guerra mondiale rappresenta un esempio di successo su questo piano che potrebbe dare una forte ispirazione. Strutture correlate alla formazione … fil: aumento collocazione solo a vantaggio delle agenzie di formazione. Maggiore snellezza struttura. Stabilizzazione occupati prestatori professionali. Potenziamento ricerca con ex asel al fine di non perdere know how acquisito nel campo della ricerca, fondi strutturali, osservatori. Maggiore interfaccia con le aziende per il collocamento al lavoro e maggiore interfaccia con l’università. .. PIN. Problematica inerente la gestione vista la contrazione delle risorse da parte dei soci visto che se vogliamo scommettere sulla formazione dovremo investirci maggiormente. Forse l’attuale struttura a laboratori ( 26 attualmente)non e’ piu idonea a dare risposte o forse non e’ abbastanza ancorata al settore produttivo per tradurre ricerca a imprese. Il sistema universitario decentrato e’ in crisi e la contrazione ci porta ad avere problemi di offerta formativa soprattutto legata al territorio visto la perdita dei corsi di ingegneria ambientale, e relazioni industriali rimanendo solo infermieristica, strutture teatrali e tecnico abilitato a tali attività ed economia dal 2 anno. L’idea di strutturare l’università di Prato con servizi quali la casa dello studente e la mensa. C’e pero’ da dire che in assenza del PIN l’università a prato sarebbe gia chiusa. ..agenzie formative sparse nel territorio: sono una miriade e ci sarebbe bisogno che il privato trovasse forme di razionalizzazione visto che con l’eliminazione della competenza dalle province si ritornerà su un quadro regionale se non nazionale e da qui il salire di livello nell’offerta formativa che deve essere legata sempre piu al collocamento al lavoro dei formati