26 Novembre 2014

“Distretto 2020”, le realtà europee del tessile-abbigliamento a confronto su innovazione e ricerca


Una giornata di approfondimento e confronto sulle esperienze di innovazione del tessile-abbigliamento maturate da diverse realtà europee con il contributo di esperti e professionisti del settore che daranno vita a dibattiti e tavole rotonde. Questo il contenuto di “Distretto 2020”, la conferenza di chiusura del progetto europeo “PLUSTEX” (Policy Learning to Unlock Skills in the TEXtile sector) organizzata per venerdì 28 novembre, a partire dalle 9, al Museo del Tessuto. L’iniziativa – aperta non soltanto agli addetti ai lavori ma a tutta quanta la cittadinanza – è stata presentata questa mattina in Palazzo comunale dall’assessore alle Politiche economiche e per il lavoro Daniela Toccafondi, dal dirigente del servizio Promozione economica e Politiche europee del Comune Alessandro Fontani, dal presidente della Fondazione Museo del Tessuto Andrea Cavicchi, dal direttore del Museo del Tessuto Filippo Guarini e dal direttore di Next Technology Tecnotessile Solitario Nesti.
“L’innovazione è un elemento fondamentale per il futuro del tessile europeo e, a cascata, per l’attrattività e la stabilità economica dei territori nei quali il settore è localizzato – ha spiegato l’assessore Daniela Toccafondi -. La costruzione dei processi di innovazione è quindi una priorità, soprattutto se rapportata alle situazioni economiche attuali e ai numeri relativi alla disoccupazione. In questi ultimi anni, a seguito del forte ridimensionamento del settore, altri territori in Europa hanno reagito effettuando scelte determinate a orientare il comparto verso un nuovo sviluppo. Siamo convinti che il distretto di Prato possa mantenere la sua forte vocazione produttiva nel tessile-abbigliamento a patto che riesca a rafforzare la sua scommessa sull’innovazione e sulla ricerca. Per questo motivo – ha concluso l’assessore Toccafondi – il progetto europeo PLUSTEX, dedicato allo studio sui centri di ricerca per il tessile-abbigliamento, rappresenta un momento importante per identificare nuove strade di rafforzamento dell’industria tessile pratese e definire le strategie da attuare”.

PLUSTEX – cofinanziato dal programma di cooperazione interregionale INTERREG IVC attraverso il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) – punta a promuovere la cooperazione tra le autorità regionali e locali per migliorare le politiche di sviluppo attraverso lo scambio di buone pratiche. Il percorso è nato nel 2011 su iniziativa di alcuni membri di ACTE (l’Associazione delle Comunità Tessili Europee) tra cui il Comune di Prato, supportato in questa ‘mission’, appunto, dal Museo del Tessuto e dalla società di ricerca pratese Next Technology Tecnotessile. Fanno parte del progetto numerosi altri soggetti europei: oltre all’Italia figurano infatti realtà territoriali provenienti da Francia, Bulgaria, Lituania, Polonia, Regno Unito, Ungheria e Portogallo. Il risultato finale di PLUSTEX è una piattaforma, la prima in Europa ad aver selezionato, descritto e documentato le migliori buone pratiche, i migliori esempi in questo campo e le innovazioni più interessanti realizzate nei territori del tessile e dell’abbigliamento che hanno preso parte a questa sperimentazione.
Dei risultati raggiunti dal progetto PLUSTEX e delle sfide future si parlerà, dunque, nel corso di “Distretto 2020”. L’evento è promosso dal Comune di Prato e dal Museo del Tessuto in collaborazione con la Camera di Commercio di Prato, CNA Prato, Confartigianato Imprese Prato, Regione Toscana, Unione Industriale Pratese, Next Technology e ID – Innovation Day.

“Viaggiando – ha fatto notare il presidente Andrea Cavicchi – ho avuto la possibilità di vedere da vicino ciò che gli altri Paesi stanno facendo: diverse realtà stanno investendo molto sull’innovazione, la ricerca e la formazione dei giovani. Tre componenti che non possiamo trascurare e che rappresentano uno stimolo affinché anche il nostro territorio prosegua in quella direzione. Questa conferenza è un prezioso tassello nella costruzione dei rapporti con i centri di ricerca europei del tessile-abbigliamento, relazioni fondamentali per il nostro distretto”.

Le sessioni di lavoro – dopo i saluti iniziali a cura del sindaco Matteo Biffoni e del presidente della Fondazione Museo del Tessuto Andrea Cavicchi -, inizieranno al mattino, a partire dalle 9.30, e vedranno protagonisti i direttori e fondatori, rispettivamente, di Campus CETI (Centro Europeo per Tessili Innovativi – Tourcoing, Francia), MAISONS DE MODE (Lille/Rubaix, Francia), FASHION ENTER (Londra, UK) e FABRICA SANTO THYRSO (Santo Tirso, Portogallo). Ogni rappresentante parlerà della propria esperienza e della possibilità di costruire una rete internazionale di collaborazione. Al termine degli interventi, la parola passerà poi agli attori locali per una tavola rotonda (dalle 11.15 alle 13.30 circa) coordinata dall’assessore Toccafondi. Parteciperanno all’incontro Giuseppina De Lorenzo, funzionario della Regione Toscana, Francesca Fani, vicepresidente dell’Unione Industriale Pratese, Luca Giusti, presidente della Camera di Commercio di Prato, Moreno Vignolini, vicepresidente di Confartigianato Prato e Alessandro Brogi, vicepresidente con delega all’ICT di CNA Prato.

“Siamo molto contenti di portare il nostro contributo all’interno di questo progetto che ci permette di entrare in contatto con altri centri di ricerca europei, poli di avanguardia in questo campo. Il nostro intento è fare rete e costruire forme di collaborazione che ci consentano di trasmettere e acquisire conoscenze”, ha precisato il direttore di Next Technology Tecnotessile Solitario Nesti.
Il dibattito, sviluppato nel corso di “Distretto 2020”, riprenderà poi nel pomeriggio, alle 14.30, con un seminario di approfondimento tecnico. Alle 16 è infine previsto un workshop dedicato interamente al tema “MobileManager”, una App a supporto del management delle imprese.

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centro studi prato 2.0
centro studi prato 2.0
9 anni fa

Interessante iniziativa sull’innovazione. Il centro studi prato 2.0 ritiene che la globalizzazione degli ultimi 10 anni ha prodotto un dimezzamento delle aziende manifatturiere in tutto il paese.
A Prato si registrano indici di fatturato, valore aggiunto e dipendenti con andamenti tendenzialmente negativi e addirittura peggiori rispetto alla media nazionale. La crisi tra il 2003 e il 2012, ha prodotto un dimezzamento delle aziende negli ultimi 10 anni. Un’emorragia, in termini numerici, serissima che vede le medie imprese pratesi collassare e che invece ( soprattutto per i valori di commercializzazione dei prodotti nell’ambito italiano) dovrebbero trascinare lo sviluppo. La via sono le nuove tecnologie, in grado di abbattere i costi, e soprattutto nella possibilità di fare impresa dei giovani. C’è un fermento, in questo senso, che vediamo e che ha prodotto risultati anche per l’export ..’idea dovrebbe essere aiutare queste imprese con progetti e iniziative che possano dare supporto alle nascenti start up.

I valori a Prato ( fonte osservatorio imprese durante la giornata di artimino di ottobre 2014) vede che erano 38 le medie imprese pratesi nel 2003 (89.5% nel tessile abbigliamento) mentre nel 2012 sono passate a 17 (71% nel tessile): l’80% dei deflussi, è dovuto a regresso dimensionale, il 20% a fallimenti o consolidamenti. L’incremento del fatturato è infatti in declino e i prodotti pratesi, in buona sostanza, risultano avere bassi margini di profitto. Il dimezzamento delle medie imprese cittadine, rilevato in 10 anni, parla di realtà aziendali che non sono probabilmente riuscite a rinnovarsi e i cui prodotti appaiono, pertanto, obsoleti e incapaci di attrarre i mercati.La soluzione per tornare ad essere competitivi passa quindi attraverso una profonda riqualificazione, realizzata con il supporto di nuove idee imprenditoriali che promuovano l’orientamento alla produzione di qualità e all’utilizzo di competenze specifiche del territorio. Importante anche la razionalizzazione sforzi produttivi, con l’abbandono del settore in crisi e il trasferimento dei capitali e delle competenze verso i comparti in espansione.
Sulla decolizzazione si vede le aree del Centro-Italia (Toscana, Umbria e Marche) tra le principali realtà regionali propense a spostare la produzione nei paesi a basso costo. Il fenomeno, tuttavia, non sembra essere premiante: non si registrano infatti ritorni positivi significativi in termini di fatturato e crescita aziendale.

Se vogliamo invertire questa tendenza non ci sono molte alternative.

1) le PMI potrebbero non rappresentare il futuro perché limitate nella possibilità di investire in ricerca ed innovazione.

2) le grandi aziende hanno bisogno di meno rigidità in entrata ed uscita.

3) riqualificazione della figura di artigiani ed operai specializzati. Il modello tedesco insegna.

4) gli investitori stranieri, ma anche quelli italiani trovano frustrante la totale mancanza di legalità in Italia. La certezza del diritto è fondamentale nel decidere un investimento.
La riforma del diritto civile va in questa direzione. Ma sul fronte delle regole va anche fatto un ragionamento sui servizi a sostegno del comparto produttivo che non sono all’altezza

5) un sistema creditizio competente che si integri con le aziende le supporti e NON le
ostacoli o peggio le affossi alla prima difficoltà.

6) avvicinare ancora di più la scuola al mondo del lavoro. Parlo di OBBLIGO di frequenza ad attività produttive cittadine oppure in alternativa funzioni sociali utili alla collettività.

7) riduzione delle tasse per le aziende che spendono in innovazione, aggiornamenti per giovani che provengono dalla scuola, e naturalmente assunzioni anche temporanee di personale.

Se vogliamo far ripartire il paese lo dobbiamo fare dalla base.

Non c’è crescita se non c’è mercato .
Non c’è mercato se non creiamo occupazione, posti di lavoro, reddito, ricchezza.
non c’è occupazione se non c’è impresa.
Non c’è impresa se non creiamo le condizioni ideali perché persone dotate di capacità imprenditoriale decidano di investire tempo e soldi in nuove aziende.
Sono questi i punti su cui possiamo aprire un confronto con le amministrazioni locali.
Ascoltare gli imprenditori gli artigiani i commercianti, venire incontro alle loro esigenze a patto che queste non siamo facili scorciatoie per eludere i propri doveri.

Idee:
1)accordi con la cina attraverso strutture esistenti da valorizzare : pecci 798/ ex banci e creaf( accordo sulla base della valorizzazione dei giovani ricercatori italiani su tessile, meccanotessile e chimica)
2)la soho pratese ( macrolotto zero)
3) aree industriali periferiche: riuso capannoni per fare abitazioni cablate/ecostostenibili per giovani a 50,000 con verde attivita e servizi legate a progetto comunitario e all’istruzione
4) aree industriale periferiche sul macrolotto 2: costi accessibili, appetibilità
5) progetto riciclato: fiera della materia con artisti designer e produttori di ogni tipo collegamento con premier vision e coinvolgimenti internazionali
6) fiera del pronto ( cinesi, pratesi: fiera internazionale)
7) utilizzo museo del tessuto come vetrina di prato per il rilancio 8 mostra tessuti internazionali)
8) riattivazione vecchia fiera in ambienti ( vedi gualchiera) legata a filatura/tessitura e rifinizione con oggetti del made in prato
9) creaf per centro elaborazione e ricerca con la cina
10) innovazione e tutto cio’ che possa rimettere in circuito le nostra aziende
11) tavolo dell’economia con attori cittadini capaci di fare un passo indietro tutti come singoli ..per farne uno avanti insieme e collettivo

ps idea
Il progetto in questione consiste nel abbattere drasticamente i costi di ricerca e sviluppo (diciamo del 75 percento tanto per dare un riferimento) con una struttura pubblica o di tipo cooperativo che venda servizi alle aziende sia Pratesi che internazionali.
Si tratta di allestire un parco macchine miniaturizzazione ( lavorare il tessuto in altezza 50 cm ) per riprodurre in scala laboratorio artigiano tutti i principali processi del ciclo tessile ( filatura tessitura finissaggio ecc ) .

Questo parco macchine oltre a dare un servizio alle aziende può essere utilizzato per l’insegnamento e la riqualificazione di studenti e lavoratori utilizzando i nostri artigiani in pensione come insegnanti delle varie fasi di lavorazione.
Un laboratorio che può essere messo a disposizione previo compenso a università ed ricercatori di tutto il mondo per corsi seminari e verifiche sperimentali.
La costruzione e la gestione di questa struttura comporta la mobilitazione diverse risorse più umane che è coloniche da vari settori dell’economia pratese : meccanotessile,chimica,uffici legali per la registrazione di marchi e brevetti

….il comune l’amministrazione pubblica deve organizzare/ spingere a organizzare/sostenere questo progetto che rimetterebbe in moto il settore