21 Novembre 2014

I Sacramentini festeggiano 50 anni a Sant’Agostino. Domenica la messa con i «vecchi» parroci


Era il giorno della solennità di Cristo Re, il 25 ottobre 1964, quando i Sacramentini arrivarono nella parrocchia di Sant’Agostino. Oggi, cinquant’anni dopo, per la festa di Cristo Re, che cade domenica 23 novembre, la Congregazione del Santissimo Sacramento festeggerà l’anniversario.
Il 23 è in programma una messa solenne alle 10,30 che sarà presieduta dal vicario mons. Nedo Mannucci e concelebrata dai religiosi che in questi 50 anni sono stati parroci: padre Gianfranco Zurlo, padre Cirillo Gheza, padre Rizieri Santi e l’attuale padre Sergio Pavan, arrivato cinque anni fa. Manca solo il primo, padre Giuseppe Gatti, prematuramente scomparso più di venti anni fa.
Sarà una grande festa, di fede e di popolo, che è stata preceduta da tre giorni di esercizi spirituali che hanno avuto al centro l’adorazione eucaristica, come vuole il carisma dei Sacramentini.

«Nel 1960, a seguito del congresso eucaristico diocesano, l’allora vescovo di Prato, mons. Pietro Fiordelli, chiese una nostra presenza in città – racconta il parroco padre Pavan –, i superiori acconsentirono e il Vescovo ci assegnò la parrocchia di San Pier Forelli. Quattro anni più tardi, dopo che i nostri confratelli avevano chiesto una parrocchia più grande per ampliare il progetto pastorale, ci fu assegnata Sant’Agostino, che poi sarebbe divenuta la sede italiana della nostra Congregazione. Nei documenti dell’epoca – aggiunge – è scritto che il giorno del nostro arrivo ci fu una processione solenne da san Pier Forelli a Sant’Agostino con l’esposizione di Cristo eucarestia; fu usato un pesante ostensorio che abbiamo ancora e a portarlo, per tutto il tragitto, fu lo stesso mons. Fiordelli».

Da quest’anno padre Pavan, che è trevigiano, ha come vice parroco un concittadino, padre Claudio Sartorato, che si occupa dei giovani dopo la partenza di padre Mauro Pellegrini. Insieme portano avanti la missione pastorale. «La nostra è una parrocchia particolare: ha la testa dentro le mura, ma il corpo si distende a nord lungo viale Galilei e le vie limitrofe fino a Coiano. Dal 1999 abbiamo anche un pezzo di San Domenico, cioè l’area tra via Pistoiese e la ferrovia che comprende una bella fetta della cosiddetta Chinatown pratese».

L’obiettivo è comunque una sempre più ampia diffusione della Buona Novella nel quartiere. «Una comunità accogliente, ospitale, solidale: questo ci proponiamo. E per farlo si deve vivere l’Eucarestia, che è la nostra vocazione. Non ci stancheremo mai – conclude padre Sergio – di invitare su tale strada ed è per questo che quando la chiesa è aperta, oltre a trovare sempre un confessore disponibile, viene esposto quotidianamente il Santissimo per l’adorazione eucaristica».

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