“Un codice etico per le aziende che gestiscono servizi per conto del sistema sanitario regionale, affinché siano vincolate a garantire condizioni di lavoro decenti. Quanto accade nel nuovo ospedale Santo Stefano di Prato, con le dipendenti della cooperativa che si occupa delle pulizie costrette a lavorare ‘a cronometro’ e costantemente sotto pressione, non può essere accettabile né per la Asl4 che è direttamente competente, né per la Regione”: la richiesta arriva dal vicepresidente della Commissione sanità del Consiglio regionale Stefano Mugnai (FI), che prende di punta il caso Prato (LEGGI L’ARTICOLO) con un’interrogazione che però mira a estendere le tutele e l’intervento regionale a tutto l’ambito degli appalti in sanità, ma non solo.
“In una regione storicamente governata dalla sinistra come la Toscana è meno che mai proponibile che le aziende sanitarie e la giunta regionale fingano di non vedere le vessazioni cui le cooperative che operano in appalto presso le loro strutture sottopongono le lavoratrici e i lavoratori. Vorrei – afferma Mugnai – che il caso Prato, con le signore costrette a pulire le stanze di degenza in quattro minuti e mezzo, con un’ansia da prestazione protratta per l’intero turno di lavoro e destinata, nel medio-lungo periodo, a compromettere il benessere dei dipendenti, potesse servire da stimolo per un’azione incisiva di contrasto a simili condotte della parte datoriale. Anche se si tratta di cooperative, come spesso accade. Così che poi non si possa dire: non ho visto. Come altrettanto spesso accade».
Per questo motivo, nella sua interrogazione, il Vicepresidente della Commissione sanità domanda alla Regione «se non ritenga di dover garantire condizioni di lavoro decorose e non vessatorie a chiunque operi all’interno degli spazi del sistema sanitario toscano, magari definendo un codice etico a cui vincolare le aziende, cooperative comprese, che gestiscono servizi a nome e per conto delle aziende sanitarie”.
voglia di lavorar saltami addosso e ….