Il Vescovo annuncia una “Messa per Prato” e lancia una mobilitazione per i cristiani perseguitati e per eliminare le schiavitù FOTO


Una messa per Prato», una celebrazione mensile in cattedrale per «far risuonare in opere e parole il Vangelo». E anche una mobilitazione cittadina per eliminare tutte le forme di schiavitù, «anche quelle presenti tra noi» e per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla situazione dei cristiani perseguitati nel mondo.
Sono le due iniziative che il vescovo Franco Agostinelli ha lanciato nel giorno di Santo Stefano, patrono della città e della diocesi di Prato. Questa mattina in duomo si è svolto il solenne pontificale concelebrato da più di cinquanta sacerdoti diocesani. Presente anche l’emerito Gastone Simoni, salutato con affetto dal successore mons. Agostinelli. Hanno partecipato alla messa le autorità cittadine, per il Comune c’era il sindaco Matteo Biffoni, al suo primo pontificale per la festa del patrono. Forte la partecipazione dei fedeli, che hanno affollato una cattedrale piena di gente, sia tra le panche che nelle navate laterali.

Nella sua omelia monsignor Agostinelli ha insistito molto sulla «pratesità», le sue riflessioni hanno avuto come riferimento costante la città e i suoi problemi. «Non vi sorprenda questa mia “insistenza” – ha detto – che non ha nulla di campanilismo o di chiusura, ma che invece vorrebbe avere il sapore dell’incarnazione nel “qui e ora” che la Provvidenza ci assegna nella missione ecclesiale».
Il Vescovo ha affermato che la Chiesa pratese «è in prima linea, in trincea costante di fronte alle sfide, alle crisi, ai fallimenti e alle delusioni amarissime che invadono singole persone, famiglie e comunità». Nel ricordare la situazione che sta vivendo la città e il suo distretto, mons. Agostinelli ha però precisato il suo ruolo e quello della diocesi: «Noi non abbiamo soluzioni tecniche al problema del lavoro, della casa, della integrazione, dei giovani e delle priorità da dare nelle decisioni amministrative e politiche». Mons. Agostinelli ha sottolineato come la Chiesa invece debba essere «esperta in umanità», con «il ritmo salutare della prossimità»; «essa tende a ricordare i valori ispirativi, a spingere ciascuno ad assumersi la propria responsabilità perché la persona, soprattutto se vive nella precarietà, e la famiglia, possano essere riconosciute nella propria dignità». Per questo motivo il Presule ha annunciato l’idea di farsi promotore di una mobilitazione, in accordo con le istituzioni cittadine, per sensibilizzare l’opinione pubblica e i governi a favore dei cristiani perseguitati nel mondo, «nostri fratelli e sorelle in umanità e nella fede, impediti di essere se stessi, di esprimere il proprio credo, minacciati di continuo e spesso eliminati brutalmente».
Ma non solo, questa iniziativa, ancora da studiare, intende porre l’attenzione sul dramma della schiavitù, in tutte le sue forme, anche quelle lavorative. La mobilitazione vuol essere il più corale possibile, aperta anche a «tutti gli uomini e le donne di fede musulmana presenti tra noi, vorremmo che facessero sentire il loro dissenso chiaro – ha detto il Vescovo – di fronte alla pretesa di eliminare in nome di Dio i figli di Dio».

Tornando a Prato e ai suoi problemi, in primis quello del lavoro, mons. Agostinelli ha affermato che la Chiesa intende essere «sostegno di quanti operano per il bene vero della città, eco e megafono delle attese e delle speranze dei pratesi, denuncia dei mali e delle storture che ci affliggono». Per questo motivo, ogni mese, nella cattedrale il Vescovo presiederà una «Messa per Prato», perché, ha spiegato, «solo autentici testimoni di speranza che ci fa vivere, quella che viene da Cristo, possono diventare segni della presenza attiva del Signore in mezzo agli uomini e alle donne della nostra società pratese ormai da tempo multicolore, multietnica, multi religiosa e multiculturale».

Al termine del pontificale mons. Agostinelli, a nome di Diocesi, Comune, Provincia, Camera di Commercio e Fondazione Cassa di Risparmio, ha proclamato i vincitori della quinta edizione del Premio Santo Stefano. L’edizione 2014-2015 è andata a Lanificio dell’Olivo, Accoppiatura pratese e Tricobiotos, che si sono aggiudicate il riconoscimento che va a quelle aziende virtuose del distretto che si sono distinte per la salvaguardia e l’incremento dei posti di lavoro e per l’innovazione, nel rispetto rigoroso dell’etica d’impresa e della legge (Leggi l’articolo).

 

(Foto di Saverio Langianni)

 

 

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