27 Aprile 2015

Allarme sicurezza nei cantieri, i sindacati: “La Asl faccia più controlli”


Due morti e tre feriti è il bilancio delle vittime del settore dell’edilizia dall’inizio dell’anno. Un bilancio che si è aggravato dopo il 5 marzo scorso, quando la tempesta di vento che ha devastato la città ha costretto numerose famiglie e imprenditori a ricorrere a riparazioni di tetti e strutture danneggiate, spesso affidate a ditte che, per stare sul mercato con tariffe concorrenziali, risparmiano tagliando sugli standard di sicurezza. I sindacati edili (Fillea Cgil, Filca Cisl, Feneal Uil) lanciano un grido d’allarme: se il settore – come auspicabile – dovesse ripartire occorre non farsi trovare impreparati. E così, proprio alla vigilia della giornata mondiale della salute e sicurezza sul lavoro (28 aprile), mettono nero su bianco una serie di proposte concrete. In primo luogo, occorre ripristinare quel tavolo sulla sicurezza che in Provincia aveva dato vita al cosiddetto “allegato H” – poi ripreso in varie realtà regionali ma progressivamente disatteso a Prato – per mettere la linea vita sui tetti, ovvero ganci ai lucernari che permettono di fissare le imbragature e non volare giù, magari usufruendo di incentivi comunali. Poi è necessario far diventare prassi comune l’adozione della contrattazione d’anticipo che, nei cantieri di una certa dimensione, individua un responsabile a cui far capo per ogni anomalia e irregolarità. Si tratta di una norma che consente di mettere ordine tra committenti e varie ditte appaltatrici, è obbligatoria nel caso di appalti pubblici – come il cantiere del nuovo ospedale – facoltativa nel caso di appalti privati. A suo tempo Esselunga la firmò, mentre i sindacati non hanno ricevuto ancora nessuna risposta da Cap che in via Livi porta avanti il grande cantiere per la realizzazione di 90 appartamenti. Infine occorre ripartire dalla formazione, e qui l’INAIL può giocare un ruolo di primo piano con gli altri enti del territorio.

I sindacati bacchettano la ASL: non basta indicare norme di sicurezza, occorre più impegno nei controlli sui cantieri per verificare la regolarità delle ditte. Anche perché in caso di irregolarità, a finire nei guai è lo stesso committente che affida i lavori, privati compresi. Con la crisi dell’edilizia, si assiste oggi ad un minimo storico di iscritti alla cassa edile: nemmeno 900, erano 2800 nel 2008.

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