Non è la prima volta e chissà se sarà l’ultima: il residence Paperino è stato sequestrato stamani dalla squadra mobile di Firenze che ha smantellato un’organizzazione di albanesi che costringevano alcune giovani loro connazionali a prostituirsi. Indagato a piede libero anche il gestore del residence di Paperino, l’ingegner Luigi Ferrò, 66 anni, che dovrà rispondere nuovamente di favoreggiamento della prostituzione per aver messo a disposizione la struttura dove le prostitute ricevevano i loro clienti. Il sequestro preventivo dell’immobile è una misura cautelare legata alla nuova inchiesta e finalizzata ad evitare la reiterazione del reato.
Ferrò era già stato al centro di altre indagini della squadra mobile e dei carabinieri di Prato, sempre con la stessa accusa, fin dal 2006. Secondo gli inquirenti sapeva quello che accadeva all’interno dell’immobile e guadagnava almeno ventimila euro al mese dall’affitto dei vari appartamenti. Nel 2010, anche a seguito di esposti della cittadinanza che segnalavano il via vai di clienti, l’allora questore Savi sospese l’attività per due settimane. Un analogo provvedimento amministrativo, per 30 giorni, fu adottato anche nel 2012 dal questore Cerulo. Ma Ferrò ha sempre respinto le accuse, come fece ai microfoni di Tv Prato tre anni fa..
Luigi Ferrò è già stato processato e condannato in primo grado per favoreggiamento della prostituzione in relazione ad un episodio; per altre accuse è stato invece assolto e il processo di appello deve ancora iniziare. Il suo avvocato Eugenio Zaffina annuncia istanza di dissequestro per i locali.
Intanto, all’ingresso del residence, assieme all’avviso di sequestro compare anche un annuncio che mette in vendita la struttura. Dalla portineria del palazzo, tuttavia, si affaccia un trans in abiti succinti e fa la sua previsione ai cronisti e dice: “Tanto domani siamo aperti di nuovo”.
Dario Zona
