30 Maggio 2015

Il Prato guarda al futuro: si pensa ad un nuovo cda allargato agli sponsor e all’azionariato popolare


E’ tempo di bilanci e di nuove idee per il futuro in casa Prato. Terminata la stagione con la salvezza acquisita all’ultimo tuffo il patron biancazzurro, Paolo Toccafondi, lancia un nuovo appello alla città, anche alla luce degli ultimi scandali che hanno coinvolto da una parte la Lega Pro e dall’altra tutto il mondo del calcio giocato. Sul piatto le opzioni possibili sono tre, fermo restando l’accordo triennale di partnership sportiva con l’Inter. “La prima opzione, che voglio ancora ribadire, è che il Prato è disponibile per chiunque sia interessato a rilevare la maggioranza del pacchetto azionario – spiega Toccafondi – Sia chiaro che non deve essere una cessione destinata a far fallire la società. Di conseguenza la persona o le persone in questione dovranno dimostrare di poter avere a disposizione 400mila euro per la fideiussione e almeno altri due milioni di euro per la gestione corrente. L’ideale sarebbe che il Prato rimanesse in mano ad un pratese, ma la condizione principale è che si tratti di persone serie”.

Un leit motiv ripetuto da un paio d’anni, già dal padre di Paolo, Andrea, che però non è stato raccolto, almeno fino ad ora, dall’imprenditoria locale. Consapevole della situazione, “Paolino” ha però escogitato un’altra soluzione da mettere sul piatto, cercando di allargare la partecipazione dei tifosi e della città. “Per restituire il Prato ai pratesi vorremmo allargare il consiglio di amministrazione della società. Oltre a me, mia sorella e Franco Tocci, che è l’unico per il momento ad avere una opzione sul 10% delle azioni, vorremmo inserire un rappresentante dell’amministrazione comunale e dieci imprenditori – insiste – Non chiedo di entrare in società. Mi basta che questi imprenditori siano disponibili a sponsorizzare la società con una quota definita e di una certa rilevanza. In cambio avranno il diritto di votare sulle decisioni relative al bilancio approvato (allenatore e staff compresi) ed eventualmente di alzare la posta a stagione in corso”.

Toccafondi ha già ricevuto una prima disponibilità da Alessandro Sanesi, della M & A, Giovanni Carlesi, del Lanificio Nello Gori, Luca Rindi, in rappresentanza del Gruppo Colle, e Gianluca Baroncelli, della Cavalieri Spa. Da una parte dunque il Comune e gli imprenditori, dall’altra i tifosi. Nel nuovo consiglio di amministrazione, infatti, rientrerà anche, qualora fosse questa la strada scelta dai pratesi, un rappresentante della tifoseria. “Questa è un’altra bella idea che se sviluppata nel modo giusto potrebbe davvero far riavvicinare i sostenitori alla prima squadra cittadina, come suggerito da alcuni capi ultras – precisa il presidente biancazzurro Aprire le porte all’azionariato popolare, alla creazione di un trust, come accade in altre realtà calcistiche d’Europa, potrebbe far ritrovare alla città una comunione di intenti e una identità comune nella quale riconoscersi. Soprattutto potrebbe contribuire a rasserenare l’ambiente e a coinvolgere nei processi decisionali anche la tifoseria”. Il 5-10% delle quote azionarie, in base all’adesione raccolta fra i vari gruppi di tifosi, potrebbe dunque finire al “popolo”, che poi avrà un suo rappresentante nell’eventuale Cda. Se nessuna di queste ipotesi andasse concretamente in porto, allora rimane una terza opzione, che però lo stesso Toccafondi preferisce non considerare: “Se la città non manifesta interesse alcuno per questa squadra e per questi colori allora dovrò fare ulteriori valutazioni – conclude Paolino – Abbiamo fatto 36 anni alla guida del Prato, possiamo tranquillamente farne 37. Però verrebbe da chiedersi a che scopo? Potrei anche consegnare il Prato all’amministrazione, iscrivendolo magari in categorie minori dei dilettanti. Spero di non doverci nemmeno pensare”. Fra qualche settimana il presidente del Prato tirerà le somme e valuterà come e se le sue idee sono state recepite dalla cittadinanza. Poi conosceremo il futuro biancazzurro.

 

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pisolo
pisolo
8 anni fa

il presidente mi sembra abbia fatto un discorso chiaro, serio e coerente.