9 Settembre 2015

Mostro di Firenze, il delitto di Scopeti è avvenuto un giorno prima? Un documentario fa cadere le testimonianze di Lotti VIDEO


Trent’anni fa il mostro di Firenze uccise per l’ultima volta. La Beretta calibro 22 tornò a colpire una coppia di fidanzati francesi, Nadine Mauriot e Jean Michel Kraveichvili, di 36 e 25 anni, la notte dell’8 settembre 1985. Almeno così ha stabilito il processo che ha condannato i compagni di merende Mario Vanni e Giancarlo Lotti. Pacciani invece fu assolto in appello e poi morì ponendo così fine alla sue vicende giudiziarie.

Tv Prato si era già occupata delle vicende del mostro anticipando la notizia che nei mesi scorsi l’inchiesta condotta dal pm Paolo Canessa era ripartita. A maggio i carabinieri del Ros sono stati in città per ascoltare amici e colleghi di Rolf Reinecke, un tedesco socio di un carbonizzo alla Briglia nel Comune di Vaiano. L’indagine riguarda il cosiddetto “terzo livello”, quello dei mandanti degli omicidi compiuti dal mostro o dai mostri. (leggi qui).

Ma un nuovo colpo di scena è arrivato a ridestare l’attenzione sui 16 duplici omicidi che hanno insanguinato la campagna fiorentina per 17 anni, a partire dal 1968. In un documentario, il regista Paolo Cochi mette in dubbio la ricostruzione ufficiale dell’ultimo delitto avvenuto a Scopeti nel Comune di San Casciano Val di Pesa. I due turisti francesi, sorpresi in tenda dal mostro e freddati a colpi di pistola, sarebbero stati uccisi la notte fra sabato 7 e domenica 8 settembre, se non addirittura venerdì 6. La video inchiesta è stata presentata ieri alla stampa, non a caso il 7 settembre, al Museo della Preistoria di Firenze.

 

 

Se la tesi di Cochi fosse vera rappresenterebbe un elemento non da poco nell’inchiesta infinta sulle vicende del mostro. Perché, secondo le dichiarazioni di Fernando Pucci, Gabriella Ghiribelli, Lorenzo Nesi e dello stesso Lotti, testimone e imputato insieme a Vanni nel processo, i compagni di merende agirono la sera di domenica 8 settembre. Le loro testimonianze concordano in tal senso e per di più Pacciani, scagionato in appello ma autore del delitto insieme al Vanni secondo l’accusa, avrebbe un alibi per la sera e la notte del sabato.
I dubbi sulla retrodatazione non sono una assoluta novità, subito dopo la scoperta dei corpi il professor Francesco De Fazio, criminologo dell’università di Modena, insieme alla sua equipe avanzò questa ipotesi. Invece il medico che eseguì l’autopsia, Mauro Maurri, stabilì nel suo referto che il duplice omicidio avvenne tra domenica e lunedì. Punto del contendere è la formazione sui cadaveri di una larva depositata dalla mosca “carnaria”. Secondo De Fazio tale sviluppo non sarebbe potuto avvenire nel corso di una sola notte – i corpi furono scoperti di lunedì – e dunque le uccisioni risalirebbero al sabato. Anche Francesco Introna, tra i più noti entomologi forensi italiani, avanzò tale teoria ma fu smentito dalla tesi ufficiale: l’alta temperatura nella tenda dove fu ritrovata Nadine fece da “effetto serra” anticipando la formazione delle larve rispetto alle normali condizioni.

 

 

Il documentario di Cochi ricostruisce in modo particolareggiato gli ultimi giorni di vita dei due giovani francesi. Il regista romano ha chiamato in causa quattro diversi medici legali mostrando loro le foto dei cadaveri dei due francesi e una serie di documenti sulla vicenda. Tutti e quattro i professionisti, specializzati in entomologia forense, hanno concordato in modo autonomo e indipendente sulla retrodatazione del duplice omicidio.
Non solo, Cochi porta altri elementi a sostegno della propria ricerca: uno dei teste chiave disse di aver incontrato Nadine nella giornata di domenica dopo averla riconosciuta sulle pagine di un quotidiano. Ma la vittima all’epoca dell’omicidio portava i capelli lunghi mentre li aveva corti nella fototessera della sua carta d’identità, pubblicata su tutti i giornali dell’epoca. Una discrepanza che dimostrerebbe l’inaffidabilità della testimonianza. Altra prova arriverebbe dalla data sugli scontrini ritrovati nella tenda che si fermerebbero al 6 settembre, inoltre la donna sarebbe dovuta tornare in Francia già la domenica perché lunedì 9 avrebbe dovuto accompagnare i figli a scuola.
Concordi con questa ricostruzione anche l’avvocato delle famiglie dei due fidanzati francesi Vieri Adriani e Francesco Cappelletti, autore di un libro sul delitto di Scopeti, presenti ieri alla conferenza stampa indetta da Paolo Cochi.
“Cambierebbe tutto il panorama storico – dice il regista romano – la versione accettata all’epoca del processo potrebbe a questo punto essere rimessa in discussione”.

Alla proiezione in anteprima del documentario al museo della Preistoria, organizzata da Ophir criminology, oltre all’autore hanno partecipato il giornalista investigativo Fabio Sanvitale e il direttore dell’ente Ophir criminology di Roma Simone Montaldo. Dopo l’anteprima fiorentina ci sarà un’altra proiezione a Roma il prossimo 18 ottobre nell’ambito del terzo convegno sul Mostro.

 

Sotto un estratto del documentario di Paolo Cochi

 

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valter
valter
8 anni fa

a mio parere,in questa storia,di sicuro ci sono 2 fatti,le povere vittime e la squadra antimostro,che costò alle pubbliche casse diversi miliardi di lire dell’epoca.