“Se vogliamo parlare di legalità e rispetto delle regole, invito sindaco e assessori per qualche ora nel mio negozio che si affaccia sul Canto alle Tre Gore e via Santo Stefano: si renderanno conto che il vero problema del centro storico non è il traffico ma lo spaccio di droga a ogni ora del giorno e della notte e la malavita che imperversa”. Patrizia Ferraboschi, commerciante di via Tintori in pieno centro storico e rappresentante del Gruppo “Gustiamo” di Confartigianato interviene sul dibattito circa i varchi elettronici che in questi giorni tiene banco sui media. “Quello dei varchi elettronici è un falso problema – dice Ferraboschi – il problema semmai sono le regole che i varchi dovrebbero far rispettare. La Zona a Traffico Limitato, per sua stessa definizione, regolava ma consentiva entro certi termini l’ingresso degli autoveicoli. Adesso invece siamo completamente isolati e si inasprisce sempre più controllo e vigilanza su aspetti, come quello dei parcheggi che vengono spesso sanzionati con multe molto severe, mentre si fa finta di non vedere che pochi passi più in là prolifera l’attività di spaccio e piccola delinquenza. Consentire l’accesso notturno per noi non è di alcuna utilità, a meno che noi commercianti non si decida di rimanere aperti di notte”.
Nemmeno le numerose chiusure di esercizi storici come alcune librerie e altre attività sembrano, secondo la Ferraboschi, far suonare campanelli d’allarme presso gli amministratori locali. “Se tanti negozi stanno chiudendo, non è solo per colpa della crisi economica – dice la commerciante di Confartigianato – ma anche perché si sta facendo del centro storico terra bruciata. Tra multe, difficoltà logistiche e delinquenza, l’immagine di questo salotto della città è ormai a terra e certamente per nulla appetibile alla potenziale clientela. Noi commercianti ma anche i residenti siamo stufi di questa situazione: da un lato penalizzati dalle decisioni degli amministratori, dall’altro da una delinquenza che sta tenendo in scacco un’intera città”.
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