30 Ottobre 2015

Terzisti pronti a creare un consorzio: “Tariffe più eque o rischiamo di soccombere e con noi tutto il distretto”


Chiedono più regole, meno burocrazia, aiuti per chi investe e provvedimenti a favore delle imprese energivore. Ma chiedono soprattutto tariffe più eque,  altrimenti loro, i terzisti del distretto tessile pratese, rischiano di soccombere, trascinando con sé tutto un sistema che su di loro si regge. Di fronte ai consiglieri regionali del PD Ilaria Bugetti e Nicola Ciolini, il patron della Santo Stefano Renato Cecchi ha parlato chiaro, e si è detto pronto anche a dare vita ad un consorzio. Ha fatto il punto – lui, alla guida di una rifinizione da 166 dipendenti – sui nodi ancora irrisolti che gravano sul distretto, “perché qui si rischia di tagliare i rami su cui si sta seduti”. “Quello di avere tariffe più eque è il problema più urgente”, spiega Cecchi. “Ci sono molte scorrettezze e non c’è più una volontà unanime da parte di tutti di controllare”. Per questo, ormai da tempo, lui che è considerato il decano degli industriali pratesi, se ne è andato dalla UIP, “perché non era possibile stare in una stessa associazione che difendeva gli interessi contrapposti dei committenti e dei contoterzisti”. Adesso Cecchi pensa a un “consorzio dei terzisti, che tuteli i nostri interessi, per il bene di tutti”, e chiede l’intervento della Regione per una supervisone: “Perché qui nel distretto se muore uno la catena non si riaggiusta”.  A far capire che la misura è davvero colma è Francesco Grassi, uno degli 80 filatori cardati sopravvissuti agli anni della crisi, uno che tra azienda e indotto dà lavoro a 30 persone. “Se uno fa delle tariffe inferiore alle tue del 40%, dev’esserci qualcosa sotto. E qui non si tratta di cinesi ma di italiani. Io farò un altro grosso investimento nei prossimi due anni: circa un milione di euro. Se poi non ritorna, si smette”. Rincara la dose Andrea Belli di Confartigianato, secondo cui “a Prato può esserci nuovo sviluppo, nonostante tutto ancora siamo distretto tessile leader in Europa, ma occorre una maggiore regolamentazione. Uno dei problemi sono i costi minimi – sottolinea – la grande libertà di questi anni ha solo fatto danni andando a vantaggio dei più furbi. Per questo credo sia necessario un documento che stabilisca i costi minimi sotto cui non si può andare, si lavora senza profitto, e chiunque lavori sotto queste tariffe deve essere fermato”.  I membri della commissione ascoltano, capiscono, prendono nota. E promettono impegno. “Senz’altro solleciteremo la giunta regionale affinché prema sul governo per ottenere provvedimenti a favore dei distretti energivori – sottolinea Bugetti – E non resteremo sordi nemmeno sui controlli. Per quanto riguarda aiuti per chi investe, l’aver tenuto bloccate Irap e Irpef ha frenato la nostra capacità di investimento: ma se si tratta dei fondi rotativi, così utili alle imprese pratesi, cercheremo di capire in che modo possano possano essere mantenuti”.

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MASSIMINO CIARDI
MASSIMINO CIARDI
8 anni fa

MASSIMINO .Era l’ ora che venisse presa una posizione diversa da quella dell’U I P .Qiu se non ci facciamo sentire quelli dell unione tirano l ‘ acqua al propio mulino;abbassaso automaticamente alle tariffe lavoraz c. terzi rif tintorie tessitori ecc ci fanno chiudere .VEDIAMO DI FARE PRESTO ALTRIMENTI SCOMPARE IL VERO TESSUTO DI PRATO NON SOLO LA FAMOSA TATO DECANTATA FILIERA . BUON LAVORO

Fabio
Fabio
8 anni fa

Oramai sono oltre 30 anni che ciclicamente si “parla”, senza mai avere ottenuto nessun risultato concreto, di tariffe più eque e di tariffe minime per i contoterzisti tessili del nostro distretto.
Esprimendo una sentita solidarietà per tutta la Categoria, Vi auguro che possiate finalmente trovare la “forza di imporre”, le Vostre sacrosante richieste.
Fabio.