1 Dicembre 2015

Tragedia via Toscana, due anni dopo. Biffoni: “Qualcosa è cambiato ma non abbastanza”. Rossi: “Allargare i controlli contro evasione fiscale e lavoro indegno”


Qualcosa è cambiato, ma nessuno può dire con certezza che una tragedia simile a Prato non potrebbe verificarsi di nuovo. A due anni dall’incendio alla Teresa Moda in cui persero la vita sette operai cinesi, in salone consiliare si è tenuto un incontro pubblico in cui sono state illustrate le azioni di contrasto all’illegalità nelle aziende orientali. Presenti tutti i rappresentanti delle istituzioni e delle categorie economiche e i familiari delle vittime che hanno ricevuto messaggi di cordoglio e di vicinanza dalla comunità pratese. Il prefetto Maria Laura Simonetti ha citato gli oltre duemila controlli a cui hanno partecipato le forze dell’ordine negli ultimi due anni. Il coordinatore del Progetto Lavoro Sicuro della Regione Toscana Renzo Berti ha illustrato i risultati delle ispezioni dei 74 tecnici della prevenzione assunti per tre anni a partire dal 1 settembre 2014. In 15 mesi sono 4287 le aziende controllate nell’area vasta Prato-Firenze-Pistoia, oltre la metà di quelle da ispezionare nel triennio. Le verifiche degli ispettori Asl riguardano le condizioni di sicurezza del lavoro: impianti elettrici a norma, presenza di dormitori abusivi e di bombole pericolose. Una azienda su tre non si fa trovare a posto.
Più di otto aziende su dieci tra quelle multate, tuttavia, si mettono in regola. Non chiudono per poi rinascere con un altro nome e in un altro capannone, ma pagano le sanzioni ottemperano alle prescrizioni. Sono più di 3 milioni e 380 mila euro in un anno le multe riscosse, di cui oltre 1 milione e mezzo a Prato. Le aziende regolari al primo controllo a Prato sono soltanto una su cinque, un dato inferiore alla media dell’area vasta, ma la tendenza è in miglioramento.

L’intervento del sindaco Biffoni

“Dal 1° dicembre 2013 a oggi qualcosa è cambiato. Ma non abbastanza, non in maniera sufficiente – ha detto il sindaco Matteo Biffoni -. Il progetto lavoro sicuro, per il quale ringrazio la Regione che con noi ha fatto la stessa scommessa, sta portando i suoi frutti, con qualche dato positivo da parte di imprenditori che hanno segnato un cambio di passo nel loro modo di fare impresa. Ma a due anni da quei sette morti non è tollerabile che nei nostri controlli troviamo ancora capannoni in cui esistono le stesse inaccettabili condizioni di vita e di lavoro che non solo violano la legge italiana e la normativa sulla sicurezza, ma che sono state la causa stessa di quelle morti. Non accettiamo nessuna violazione delle regole, nessuna illegalità, nessun opportunismo: non lo accettiamo dagli imprenditori che mirano al profitto a qualunque costo, non lo accettiamo da chi pensa di fare il furbo nello svolgimento della sua attività, e ancor più non lo accettiamo da chi rappresenta in questo percorso le istituzioni. Con la stessa fermezza condanniamo qualunque forma di illegalità.
L’ho detto in questa stessa sede un anno fa e lo ribadisco oggi: combattere le condizioni di lavoro non dignitose è un impegno a cui Prato, la Toscana, l’Italia non rinunciano.
Il nostro pensiero oggi va a Rao Changjian, Lin Guangxing, Zheng Xiuping, Wang Chuntao, Xue, Kaiqing, Dong Wenqiu, Su Qifu e al dolore delle loro famiglie”.

 

Rossi: “Allargare i controlli contro evasione fiscale e sfruttamento dei lavoratori”
“Di cambiamento subìto, non frutto di una decisione spontanea e volontaristica” da parte degli imprenditori cinesi ha parlato il coordinatore del progetto Renzo Berti. Il procuratore Nicolosi ha messo in guardia dal rischio che le sanzioni vengano percepite come una voce in più nel calcolo dei costi aziendali e ha sottolineato lo sforzo della Procura di individuare i reali gestori dell’azienda, quasi sempre intestata a prestanome.

Il presidente della Regione Rossi ha ringraziato l’imprenditore cinese che ha denunciato un ispettore della Asl il quale gli aveva chiesto 500 euro per ammorbidire i controlli (leggi l’articolo). Il governatore ha poi dato la disponibilità ad allargare lo spettro dei controlli.
“Rispetto a due anni fa abbiamo fatti passi avanti positivi – dice Rossi – e continueremo a portare avanti quel progetto. Vogliamo che il piano da straordinario diventi ordinario. La certezza dei controlli e della sanzioni ha convinto inoltre molti in questi due anni mettersi in regola, prima che gli ispettori arrivassero o dopo”.
“Vogliamo consolidare quell’esperienza – ha proseguito Rossi – ma anche allargarla. Penso a maggiori controlli contro lo sfruttamento brutale che fa dei lavoratori quasi degli schiavi – dice -, inaccettabile in una terra civile come la Toscana, contraria alla dichiarazione universale dei diritti umani che è un patrimonio dell’Occidente. Che dice che non si lavora diciotto ore al giorno e non si lavora quando si dovrebbe andare a scuola”. “Penso – aggiunge il presidente della Regione – a controlli contro l’evasione fiscale, troppo alta e inaccettabile. Le istituzioni garantiscono servizi e chi produce deve pagare le tasse. E’ imprescindibile. Naturalmente il fenomeno è complesso e non coinvolge solo i cinesi”. ” Serve un’azione più incisiva dello Stato e di tutte le istituzioni e su questo – conclude Rossi – la Regione Toscana è disponibile a dare tutto il proprio contributo, al di là delle strette competenze”.

D.Z.

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