Duomo gremito per l’ultimo saluto a Don Maggini. Il Vescovo: “Era un sacerdote guerriero” Video


Un lungo e sentito addio quello che tutti i fedeli riuniti oggi in Duomo hanno voluto esprimere a don Alberto Maggini, un parroco che ha guidato con mano ferma ma dolce Capezzana per quasi cinquanta anni, fino ad arrivare a definirla “la mia famiglia”. A sottolineare ancor più il forte legame tra don Maggini e la sua frazione intervengono le parole di un parrocchiano al termine della funzione, che ricordano come nessun pratese sapesse esattamente dove si trovava Capezzana, ma che tutti al nome di don Maggini capissero immediatamente di che parrocchia si stesse parlando. In prima fila i familiari, poi i parrocchiani e le moltissime persone che don Alberto aveva incrociato sul suo cammino, lungo, talvolta difficoltoso a causa dell’aggravarsi progressivo delle condizioni di salute, ma significativo sotto molti aspetti. “Il commento più vivo e più umano alla dipartita di don Alberto siete voi che oggi riempite questa chiesa. Non si è mai vista così piena, nemmeno nei giorni di festa”. Esordisce così Monsignor Agostinelli, che ha presieduto il funerale, concelebrato dai sacerdoti di Prato, ricordando quanto don Maggini fosse un sacerdote dalla forte personalità, libero dai condizionamenti della cultura dominante, che amava definirsi “uomo del Concilio”, nel cui clima era cresciuto spiritualmente ed era giunto all’ordinazione, e “uomo che pensa con la sua testa”, capace di prendere posizioni spesso controcorrente. Non mancano i riferimenti alla grande battaglia che il sacerdote ha dovuto combattere, quella con i suoi problemi di salute: inizialmente la scoperta del diabete nel 2001, poi l’amputazione di una gamba nel 2009 causata dalla neuropatia degli arti inferiori. “Don Alberto era un guerriero, un uomo che non si arrendeva mai, e questo è il più grande testimone che ci lascia e che noi tutti dobbiamo saper raccogliere”.

 

 

Alla funzione erano presenti i ragazzi di Capezzana, gli animatori, la Corale della parrocchia, la sezione della Misericordia del paese e l’Associazione ASD Tavola Calcio, storica società sportiva che don Alberto contribuì a far rinascere intorno alla metà degli anni ’60.
“Don Maggini – prosegue il vescovo Agostinelli – amava profondamente lo sport, che considerava strumento fondamentale per la crescita dei ragazzi. Si prendeva cura della loro educazione, avvicinandoli all’attività sportiva e ai suoi valori, come la lealtà, la capacità di relazione e il rispetto dell’avversario, principi che avrebbero accompagnato i giovani nella loro più grande partita: quella della vita”.
Un applauso commosso è stato l’estremo saluto che i fedeli riuniti in preghiera hanno voluto dare a don Maggini, prima di seguire la sua salma all’esterno della Chiesa. Don Alberto riposerà nel cimitero di Cafaggio, vicino alla madre Giuseppina.

Il ricordo del compagno di messa don Mauro Rabatti, ordinato insieme a don Alberto Maggini il 29 giugno del 1964.

 

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