25 Luglio 2016

Triadi 2.0, ecco come sta cambiando la mafia cinese. Il report della Fondazione Caponnetto


Le triadi, le gang, la nuova mafia e/o criminalità organizzata economica. Queste sono le organizzazione malavitose cinesi che operano in Toscana, in particolare a Prato. Sono presenti da tempo, sono più presenti oggi di ieri e stanno mutando. E’ quanto emerge, in estrema sintesi, dal rapporto 2016 della Fondazione Antonino Caponnetto su “Criminalità cinese a Firenze, Prato e d’intorni”.
“Se da un lato queste forme criminali confermano i loro interessi delittuosi tipici (sfruttamento, immigrazione, lavoro nero, traffici internazionali di droga, armi, organi e rifiuti con utilizzo dei porti, contraffazione e falso, estorsioni, usura, riciclaggio denaro sporco in numerose attività commerciali, sfruttamento prostituzione, gioco d’azzardo) dall’altro si assiste ad un salto qualitativo e alla contemporanea uscita dall’isolamento delle forme criminali cinesi”. Sempre secondo il rapporto della Fondazione Caponnetto “la mutazione in corso, come dimostra il fatto di essere usciti dal contesto proprio delle Chinatown, non è da sottovalutare. Uno strumento ripreso dal passato di cui si servono in modo moderno quelle che potrebbero essere definite come le triadi 2.0, è l’utilizzo delle associazioni culturali creandone una propria, oppure infiltrandosi in una di quelle esistenti. La criminalità cinese si erge a difesa dei propri concittadini vessati dalle rapine e dalla così detta assenza dello Stato. Siamo così di fronte alla tipica ricerca di consenso sociale criminale e/o mafioso”.
Cosa fare, dunque? “Innanzitutto – prosegue la Fondazione Caponnetto – serve monitorare costantemente l’evoluzione della criminalità cinese. Serve poi sensibilizzare la popolazione cinese a reagire di fronte alla propria criminalità, cosa che purtroppo non avviene spesso, così come non avviene per gli italiani vessati dalle mafie italiane. Inoltre, bisogna avere tolleranza zero verso il non rispetto delle regole ove ciò avvenga. La criminalità cinese, come tutte le forme di criminalità, si muove benissimo in assenza di regole e trova terreno fertile in un contesto sociale dove ognuno fa quel che vuole. Non deve esistere nessuna zona franca”.

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