30 Agosto 2016

Sempre più vicina la fusione tra le Camere di Commercio di Prato e Pistoia


Il dialogo è in corso da diversi mesi, ma adesso entra nel vivo il percorso di accorpamento tra le Camere di Commercio di Prato e Pistoia, così come richiesto dal decreto di riforma del sistema camerale il cui schema è stato approvato la scorsa settimana in Consiglio dei Ministri. Anche se il decreto dovrà seguire un lungo iter per poter arrivare all’approvazione definitiva, la necessità di provvedere all’accorpamento diventa improrogabile. E’ infatti confermata la previsione della riduzione del numero delle Camere di Commercio a 60 sull’intero territorio nazionale, riduzione da ottenersi prioritariamente mediante l’accorpamento delle Camere che hanno meno di 75 mila imprese singolarmente, come è il caso delle Camere di Prato e Pistoia.
“I Consigli camerali di Prato e Pistoia hanno già approvato una delibera di indirizzo per l’accorpamento – commenta Luca Giusti, Presidente della Camera di Commercio di Prato – La riforma nasce per rendere le Camere di Commercio più efficienti e per dare risposte più incisive alle imprese, ma non sono certo che così come disegnata nel decreto si possano riuscire a raggiungere questi due obiettivi. Speriamo che nel corso dell’iter di approvazione possano essere apportati dei correttivi. Quello che è certo è che l’accorpamento è necessario e faremo in modo che le imprese possano trarre beneficio da questa operazione di razionalizzazione”.
Il decreto, infatti, interviene pesantemente sul sistema camerale non solo prevedendo tempi e procedure per giungere alla ricordata riduzione a non più di 60 del numero delle Camere di Commercio, ma confermando il taglio del diritto annuale in misura pari al 50% rispetto al 2014 (un risparmio di poche decine di euro per la maggior parte delle imprese ma di forte impatto per l’operatività delle Camere) e ridisegnando il portafoglio delle funzioni privilegiando quelle a carattere amministrativo e formativo-informativo a scapito di quelle di sostegno diretto alle imprese. Con riferimento a queste ultime gli ambiti prioritari di intervento saranno definiti centralmente e difficilmente potranno tener conto degli aspetti peculiari di ciascun territorio. Assolutamente vietate le attività svolte direttamente all’estero che rappresentano, ad oggi, una delle funzioni principali svolte dalle Camere e che si sono rivelate uno strumento di sostegno importante per le imprese che vogliono aggredire i mercati esteri per uscire dalla crisi che da tempo attanaglia la nostra economia.
“Il Decreto di riforma, così come è stato approvato la settimana scorsa dal Consiglio dei Ministri, non mi convince” – afferma Stefano Morandi, Presidente della Camera di Commercio di Pistoia – Le aziende non troveranno più nelle Camere di Commercio quel partner qualificato e affidabile che negli anni ha sostenuto il sistema economico locale con azioni concrete volte a favorire l’internazionalizzazione delle p.m.i., a promuovere il territorio avuto riguardo alle specificità dei settori produttivi, ad agevolare l’accesso al credito, tanto per citare alcune funzioni che non saranno più materia del sistema camerale quanto meno nelle forme sinora realizzate. Il rischio è che nessuno intervenga concretamente in questi ambiti, vuoi per mancanza di risorse che per carenza di adeguate professionalità umane immediatamente spendibili. Per quanto riguarda gli accorpamenti – prosegue Morandi – confermo la volontà, già espressa con atti formali del Consiglio della Camera di Pistoia, per giungere alla fusione con la Camera di Prato con la quale condividiamo vicinanza di territori e alcuni aspetti di somiglianza di economie.”

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