20 Ottobre 2016

Creaf, l’amministratore unico indagato per falso in bilancio


L’amministratore unico di Creaf Laura Calciolari è stata iscritta nel registro degli indagati con l’ipotesi di reato di falso in bilancio. L’avviso di garanzia è riferito all’esercizio 2015, l’ultimo approvato dai soci, prima che la società – lo scorso agosto – chiedesse al Tribunale di Prato l’ammissione al concordato in bianco.
Sul Centro di ricerca e alta formazione, la Procura aveva aperto un’inchiesta con l’ipotesi di malversazione per i 22 milioni di euro di contributi pubblici ricevuti in 11 anni senza che la società partecipata dalla Provincia e dai comuni pratesi, iniziasse la propria attività.

Da una prima ricognizione contabile effettuata dalla guardia di finanza e da un consulente nominato dalla Procura (un professionista scelto al di fuori di Prato), è emerso che l’immobile di via Galcianese sarebbe stato iscritto a bilancio per un valore sovrastimato: 20,4 milioni di euro, ovvero circa 5 milioni di euro in più rispetto alla valutazione dell’accusa.
Si tratta di un particolare importante anche ai fini della procedura fallimentare in corso: il capannone di via Galcianese è di fatto l’unico bene che in caso di cessione, potrebbe portare dei fondi da ripartire tra i creditori. Questi ultimi, sono principalmente i soggetti che nel corso degli anni hanno concesso erogazioni al Creaf: la Regione e la Provincia, che è il socio di maggioranza della società con l’81,69% delle quote. Un motivo in più per fare chiarezza da parte della Procura, che dovrà esprimere un parere sulla richiesta di concordato. Anche per questo stamani i finanzieri e il consulente hanno effettuato un sopralluogo al capannone di via Galcianese. Il motivo è duplice: accertare quali lavori sono stati compiuti nel corso degli anni e se i costi sostenuti e indicati dall’ente sono corretti.
Nell’iscrivere a bilancio il bene, si deve infatti computare il prezzo di acquisto e i costi sostenuti per la ristrutturazione. E’ su questo punto che la Procura ha disposto nuovi accertamenti. Al momento l’unica indagata, come atto dovuto, è Laura Calciolari, che nel marzo 2014 dopo le dimissioni del presidente Rinfreschi, raccolse una pesante eredità: una società piena di debiti, difficoltà a trovare risorse per completare i lavori e un’idea di gestione mai decollata.

Si complica dunque la strada del concordato intrapresa la scorsa estate: il giudice aveva nominato il commissario giudiziale Leonardo Castoldi e concesso 120 giorni per il deposito della proposta di concordato in bianco. Lo spettro del fallimento, che sarebbe fatto più unico che raro per una società partecipata, è insomma più vicino.

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