22 Febbraio 2017

Finti matrimoni per ottenere il permesso di soggiorno: quattro arresti


Matrimoni combinati, di comodo, al fine di far ottenere i permessi di soggiorno a immigrati dal Kosovo, disposti a pagare 25-30.000 euro per delle nozze che consentivano poi, una volta regolarizzati in Italia, di poter raggiungere la Svizzera dove c’è una numerosa comunità di kosovari. E’ quanto ha scoperto la squadra mobile di Lucca con l’operazione “Promessi sposi” che ha portato a quattro arresti con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata al  favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Le spose sarebbero state tutte giovani sinti, reclutate tra Lucca e Prato, che per andare in Comune a dire ‘sì’ avrebbero ottenuto compensi tra i 4.000 e i 6.000 euro. L’indagine, coordinata dal sostituto procuratore di Lucca Antonio Mariotti, è partita da una segnalazione di un esperto del servizio centrale per la cooperazione internazionale della Criminalpol al lavoro in Kosovo. E in Kosovo, è stato spiegato nel corso di una conferenza stampa, Lulzim Gashi, 37 anni, kosovaro, e Olha Derevoriz, di 24 anni, ucraina, residenti a Treviso, entrambi arrestati, avrebbero cercato uomini disposti a pagare pur di rifarsi una vita: la strada più semplice era sposare una donna in Italia e poi chiedere il permesso di  soggiorno. Sempre secondo gli inquirenti, al reclutamento delle spose avrebbero invece pensato Jennifer Monini, 27 anni, e Meghi Reinart, 33 anni, residenti tra Lucca e Prato, a loro volta arrestate. Le ragazze disponibili si presentavano in Comune e senza nemmeno scambiare una parola con lo sposo, si univano in matrimonio; poi ognuno riprendeva la propria strada con i veri compagni di vita. La prima di queste unioni sarebbe stata celebrata a Lucca nel luglio 2015. Sarebbero seguiti altri nove matrimoni combinati tra Lucca e Capannori. Per le giovani pagate dall’organizzazione criminale per sposarsi è scattata la denuncia per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina in concorso.

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