16 Febbraio 2017

Il Tar dà ragione al Comune, la sala Vlt di via Ferraris resta chiusa


Il Tar ha rigettato il ricorso dei proprietari della VLT “Palace game” di viale Ferraris, in zona Le Badie. La videolottery era stata chiusa con ordinanza sindacale perché troppo vicina a “luoghi sensibili”, nello specifico alle scuole materne ed elementari. La sentenza del tribunale amministrativo ha dato ragione al Comune che ha contestato la regolarità della VLT dal momento che dai rilievi della Polizia municipale è emerso che il locale violava l’articolo 4 della LR 57/2013 per il contrasto alla ludopatia, che vieta l’apertura di sale da gioco e di spazi per il gioco che si trovino in un raggio di 500 metri da istituti scolastici di qualsiasi grado, luoghi di culto, centri di aggregazione sociale, centri giovanili o altre strutture culturali, ricreative e sportive frequentate principalmente dai giovani, o da strutture residenziali o semi-residenziali operanti in ambito sanitario o socio-assistenziale. La Vlt “Palace game” infatti si trova a soli 250 metri dalla scuola dell’infanzia “Le Badie” e dalla vicina scuola primaria. Da qui la decisione da parte del Servizio del governo del territorio di disporre “il divieto di prosecuzione immediato dell’attività di raccolta scommesse e commercializzazione dei giochi pubblici”.

Non è la prima volta che il Comune di Prato ha chiuso una Vlt applicando la normativa regionale ottenendo l’approvazione del Tar. Il precedente è del giugno 2015, quando fu chiusa una videolottery perché troppo vicina al liceo scientifico Livi. “A breve arriverà all’approvazione del Consiglio comunale anche il nuovo regolamento di contrasto alla ludopatia, al quale stanno lavorando le commissioni, per mettere vincoli più stringenti sulle nuove aperture e contrastare il fenomeno dilagante del gioco e delle scommesse – ha sottolineato il sindaco Matteo Biffoni -. Lo scopo infatti è quello di poter intervenire prima che queste sale aprano i battenti, perché i dati sempre in crescita del fenomeno della ludopatia ci preoccupa soprattutto per l’impatto sociale”.

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