23 Febbraio 2017

Liste d’attesa e rimborsi per i tempi non rispettati, Ciolini presenta un’interrogazione. Il caso sollevato da TV Prato


“Quali interventi intenda mettere in atto al fine di implementare il servizio finalizzato a contenere i tempi di attesa per le visite specialistiche e quali azioni intenda intraprendere per una massima pubblicizzazione della misura di rimborso in capo alle Aziende sanitarie, al fine di renderla più incisiva.”. E’ questa la duplice richiesta che i consiglieri regionali del Pd, Nicola Ciolini e Stefano Scaramelli, attraverso un’interrogazione, rivolgono alla giunta toscana per porre l’attenzione sul diritto alle prestazioni sanitarie in tempi veloci.
Il problema fu sollevato da TV Prato nel corso della trasmissione “Parliamoci chiaro” dello scorso 3 febbraio dedicata alla sanità. In quell’occasione il consigliere regionale Nicola Ciolini, presente in studio, si impegnò a presentare in tempi brevi un’interrogazione per fare luce sulla scarsa trasparenza dei rimborsi a cui i pazienti hanno diritto quando, per alcune prestazioni specialistiche, non vengono rispettati i tempi di attesa stabiliti dalla Regione (Leggi l’articolo). E così è stato.
“I cittadini utenti della sanità toscana – spiegano Ciolini e Scaramelli – hanno diritto alle prestazioni del servizio pubblico, siano esse visite specialistiche che esami diagnostici, in tempi certi, stabiliti da apposite delibere. Un tempo massimo di trenta giorni che, com’è noto, a causa del perdurare delle liste d’attesa, in molti casi non viene rispettato. Siamo convinti che in questa questione rappresenti l’indicatore più immediatamente percepibile della capacità del sistema sanitario regionale di soddisfare i bisogni di salute degli utenti. Proprio per questo, la Regione aveva riconosciuto il diritto dell’utente ad ottenere un risarcimento economico di 25 euro da parte dell’Azienda sanitaria, in caso di mancato adempimento entro i tempi stabiliti. Nello stesso tempo, è noto che qualora il paziente non si presenti ad una prestazione prenotata o non ritiri il referto, sarà tenuto a pagare ugualmente il prezzo del ticket. Questa seconda misura – osservano Ciolini e Scaramelli – sembrerebbe essere più conosciuta dai cittadini, visti gli ultimi dati dell’Osservatorio regionale che mettono in evidenza di come le richieste di risarcimento, cioè i 25 euro, siano molto rare. Ecco perché riteniamo che ci sia da lavorare sull’informazione all’utenza su tutte e due i fronti: da una parte aumentare i meccanismi di “promemoria” per far sì che gli appuntamenti fissati non vengano mancati e che quindi non scattino le sanzioni, dall’altra bisognerebbe pubblicizzare meglio e di più il diritto al rimborso per coloro che non avranno un appuntamento nei tempi prescritti e questo andrebbe fatto fin dal primo contatto dell’utente con il CUP. Riteniamo sia giusto che la Regione quando è inadempiente si assuma la responsabilità di risarcire il cittadino, e questo deve essere anche uno stimolo per il nostro servizio sanitario a fare meglio. Su tutto ciò – concludono i due consiglieri – siamo certi che l’assessore regionale saprà fornire risposte in linea con gli sforzi che la sanità toscana sta facendo negli ultimi anni per migliorare gli standard di erogazione dei servizi”.

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Kur3
Kur3
7 anni fa

E bene, hanno ragione. Ma uno, per avere il rimborso, non può perdere orari di lavori. La gente non è neanche informata sui orari in cui può andare a riempire il modulo oer il rimborso. Oggi come oggi, si prende l’appuntamento per telefono. In un secondo tempo ci si deve recare ( a secondo orari stabiliti) al Cup con la fotocopia della richiesta, riempire il modulo e aspettate se viene accettato. Ma secondo voi questa è una regola da accettare? Uno si rompe le scatole perché non può permettersi di perdere ore di lavoro ed ecco vime si paga e loro si salvano di dover restituire 25, —€ . Perché é semplicemente il corrisposto che uno perde di ore lavorative, che non gli vengono corrisposte. Ma vi torna questa cosa???