4 Febbraio 2017

Poletti annuncia: «Pronti a riformare i voucher insieme al Parlamento. Sono strumenti utili solo per lavori occasionali»


«Perché siamo arrivati al 40% di disoccupazione giovanile?», si è chiesto il ministro del lavoro Giuliano Poletti intervenendo alla cerimonia di consegna del Premio Santo Stefano che si è tenuta questa mattina alla Camera di Commercio di Prato. Secondo Poletti le cause sono tre: «la prima è la crisi, dove noi abbiamo perso un milione di posti di lavoro, la seconda risiede nel tentativo di recuperare il debito dello Stato, un’operazione in cui si è scelto di bloccare il turn-over della pubblica amministrazione. La terza motivazione – ha aggiunto – è il passaggio con cui si è innalzata di sei anni l’età della pensione». Poi il Ministro ha ricordato quanto fatto dal Governo: «noi abbiamo concentrato gli incentivi soprattutto sulle assunzioni ai giovani e poi abbiamo orgogliosamente introdotto l’alternanza scuola-lavoro nel nostro sistema».

Poletti, intervistato sul palco della cerimonia di premiazione dalla giornalista del Corriere Fiorentino Silvia Ognibene, ha parlato anche dei voucher. «Il Governo collaborerà con il Parlamento per riformare lo strumento dei voucher» , ha annunciato, spiegando di essere favorevole ad un compromesso che consenta di continuare a far esistere tale strumento. Secondo Poletti l’obiettivo primario è quello di «far emergere il lavoro nero e cercare di limitare l’utilizzo dei voucher nei lavori nei quali invece è possibile arrivare ad un contratto per il lavoratore». E poi ha ribadito che i voucher sono «uno strumento utile, ma solo per le attività occasionali: è in atto una seria riconsiderazione dello strumento riducendone l’uso».

Il part-time agevolato. «Quando siamo partiti con questa idea ancora non c’era il progetto per la flessibilità in uscita delle pensioni: poiché le due platee coinvolte sono sostanzialmente le stesse è chiaro che la scelta è stata condizionata. Adesso stiamo lavorando sul pensionamento anticipato per dare flessibilità in uscita», ha detto infine Poletti rispondendo alle domande dei giornalisti, a margine del suo intervento al Premio Santo Stefano.

 

 

Ad attendere l’arrivo del Ministro il Comitato Toscano dei Lavoratori Precoci Uniti con tanto di striscione. Nessuna protesta ma solo il desiderio di poter incontrare Poletti per rappresentare il disagio di quei lavoratori che hanno iniziato a lavorare prima della maggiore età e dopo tanti anni di contributi aspettano ancora di poter andare in pensione. «Quarantuno anni sono troppi per poter accedere alla pensione», dicono i lavoratori davanti alla Camera di Commercio. La sigla non è sostenuta da alcun sindacato ma raduna oltre 20mila iscritti grazie alla pagina Facebook del gruppo.
Tra loro ci sono operai ultrasessantenni che hanno bisogno di fare altri tre anni e mezzo di lavoro come muratori prima di potersi godere la meritata pensione.
Al termine della cerimonia il Ministro si è fermato un attimo a parlare con loro rassicurando che la situazione è ben conosciuta dal Governo, proprio in questi giorni al lavoro «sull’anticipo pensionistico che entrerà in vigore il 1° maggio con i decreti attuativi». Anche il vescovo Agostinelli e il sindaco Biffoni si sono fermati ad ascoltare le ragioni dei Lavoratori Precoci.

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