22 Marzo 2017

Piazzale Palasaccio, diossine e furani nel suolo. Arpat: “Non dipende dall’inceneritore di Baciacavallo” FOTO


Diossine e furani nel suolo. E’ quanto riscontrato dalle analisi sui campioni prelevati da Arpat nell’area del Piazzale Palasaccio. I campionamenti del terreno, eseguiti nel dicembre scorso in collaborazione con il Comune di Prato, hanno rilevato concentrazioni di diossine superiori al limite previsto per i terreni ad uso verde pubblico/residenziale, anche se inferiori ai valori limite previsti per i suoli a destinazione industriale, ad eccezione di uno dei sei punti in cui è avvenuta la rilevazione. “Ad oggi, con i risultati analitici ottenuti e in base alle caratteristiche della zona, non è possibile individuare la sorgente che ha dato origine alla contaminazione” si legge in una nota diffusa da Arpat, secondo cui non si può escludere che la contaminazione riscontrata sia dovuta a riporti di terreno, a pratiche di abbruciamenti sul suolo di materiali di risulta del cantiere edile per l’urbanizzazione, alla conduzione di un ex carbonizzo della zona oppure ad esondazioni della Gora del Palasaccio.
Arpat ritiene non verosimile l’ipotesi che i valori anomali di diossine riscontrati nell’area Palasaccio possano essere attribuiti alle emissioni del vicino inceneritore di Baciacavallo, “in quanto un’emissione da un camino dovrebbe dare origine ad una ricaduta dei contaminanti sul suolo diffusa e non puntuale come quella verificata in Piazzale Palasaccio. Inoltre tale zona, posta ad una distanza di circa 700 metri a Sud-ovest rispetto all’inceneritore, risulta interessata dalle ricadute dell’inceneritore solo in modo marginale. Lo studio diffusionale delle ricadute delle emissioni provenienti dall’inceneritore di Baciacavallo prevede una distribuzione dei contaminanti prevalentemente all’interno dell’area di pertinenza dell’impianto nonché in direzione Nord-Ovest e Sud-Est, dove sono stati riscontrati valori bassi di diossine nel terreno. Nel corso del 2016, è stata iniziata una campagna di campionamento, tutt’ora in corso, per monitorare le ricadute di inquinanti dall’inceneritore di Baciacavallo. con posizionamento di deposimetri nelle zone di massima ricaduta”.
Arpat fa sapere che sono in corso ulteriori indagini per individuare la fonte di contaminazione e le responsabilità di bonifica. “Su richiesta del Comune di Prato, ARPAT si è resa disponibile ad implementare gli accertamenti sull’area per valutare l’estensione della contaminazione in considerazione delle successive attività di bonifica da condurre sul sito. Della situazione è stata informata la Asl per valutare la necessità di eventuali provvedimenti di contenimento della esposizione della popolazione” che risiede nei dintorni del piazzale in questione.

I campioni di suolo sono stati prelevati a due profondità, un prelievo superficiale a 3 cm ed uno più profondo a 50 cm e anche a questa profondità sono state riscontrate diossine. “Considerando che le diossine hanno un’alta affinità con il suolo in quanto si legano alla frazione organica e non migrano in profondità nel terreno, la loro presenza a profondità di 50 cm è verosimilmente indice di movimentazione del terreno che è stato rimodellato probabilmente in occasione dell’urbanizzazione dell’area” spiega ancora Arpat.
“Le diossine si formano in processi industriali e in processi di combustione anche naturali o accidentali. Le fonti principali sono: inceneritori di rifiuti urbani, di rifiuti ospedalieri, emissioni di processi industriali quali fonderie, produzione di pesticidi, di altre sostanze chimiche (es. PVC), sbiancatura della carta, gli impianti di riscaldamento a legna, gli incendi e il traffico veicolare.
Esse possono essere presenti nel suolo in seguito a deposizioni atmosferiche, anche a causa di incendi e pratiche agronomiche, spandimento di fanghi e compost, sedimenti provenienti da esondazioni, erosione e trasporto da aree contaminate”.
Arpat ricorda che nel maggio 2015 aveva già svolto in questa area “indagini tecniche per la ricerca di diossine e furani nella zona circostante il depuratore/inceneritore di Baciacavallo, i cui esiti furono pubblicati con un comunicato stampa del 15/10/2015. In occasione dei campionamenti effettuati nell’anno 2015, fu riscontrato che nel Piazzale Palasaccio i valori riferiti al parametro “diossine e furani”, non superavano il limite di concentrazione della soglia di contaminazione per i siti ad uso commerciale e industriale, così come risulta l’inquadramento urbanistico dell’area nella quale era stato effettuato il campionamento ma tale limite risultava, però, superiore alla soglia di contaminazione prevista per i siti ad uso pubblico privato e residenziale. A dicembre 2016, vista l’immediata vicinanza del Piazzale Palasaccio alle civili abitazioni e terreni ad uso agricolo, a scopo cautelativo, al fine di valutarne l’eventuale contaminazione del suolo, sono state effettuate anche le suddette indagini tecniche nei terreni circostanti Piazzale Palasaccio”.

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