Assemblea BpVi, sit in dei sindacati. Viola: “L’aumento precauzionale non è un bancomat”. E la banca valuta sequestri contro gli ex amministratori


L’assemblea della Popolare di Vicenza ha approvato il bilancio 2016 dell’istituto con una maggioranza del 99,99%. La banca ha chiuso l’esercizio 2016 con una perdita di 1,9 miliardi di euro, dopo gli 1,4 miliardi di rosso accumulati nel 2015. Sul risultato hanno pesato accantonamenti e rettifiche per 1,72 miliardi di euro. L’assemblea ha anche approvato la proposta di ridurre da 11 a 9 i componenti del cda e la nomina di un nuovo consigliere, Fabrizio Viola, confermato amministratore delegato dell’istituto.

Nel corso dell’assemblea, su richiesta dei piccoli soci, è stata anche votata la richiesta di un’azione di responsabilità contro gli amministratori che hanno guidato la banca nel corso dell’esercizio 2016, quando amministratore delegato era Francesco Iorio. La proposta è stata respinta per la contrarierà espressa dal Fondo Atlante, che possiede il 99% di Popolare Vicenza.

“Nulla è emerso nei confronti dell’ex a.d. Francesco Iorio, quindi non sussistono elementi per procedere nei suoi confronti” ha affermato Alessandro De Nicola, rappresentante del Fondo Atlante, che ha parlato anche delle prospettive del Fondo in BpVi e Veneto Banca: “E’ molto probabile che Atlante a breve non sarà più azionista di riferimento di queste banche. Ora servono nuove e ingenti ricapitalizzazioni non più alla portata di investitori privati”.

“L’aumento precauzionale non è un bancomat”

Il futuro di BpVi e Veneto Banca, che contano 11.600 dipendenti, è legato all’intervento dello Stato con la ricapitalizzazione precauzionale (si parla di un apporto di 5 miliardi di euro) che deve essere approvato dal Governo e dalle istituzioni europee: Bce e Direzione generale concorrenza della commissione europea. “Auspichiamo di concludere in tempi abbastanza brevi” il processo per l’autorizzazione alla ricapitalizzazione precauzionale e “che la decisione sia positiva” ha detto l’ad di Popolare Vicenza, Fabrizio Viola, intervenendo in assemblea. “Il processo istruttorio” ha spiegato Viola, è “molto intenso e articolato. L’aumento precauzionale non è un bancomat”, ha ribadito. “Ad oggi non riteniamo ci siano elementi per poter dare una valutazione qualitativa e quantitativa dei tempi – ha aggiunto – sono tutte decisioni che attengono ad altre autorità. Non riteniamo opportuno fare previsioni ma dal primo giorno abbiamo sensibilizzato le autorità per fare in modo che questo processo avvenisse nei tempi più celeri possibile. L’incertezza in cui si trova la banca non è condizione dalla quale si possa ripartire”.

Incertezza testimoniata anche dalla fuga della raccolta (-14% nel 2016), che tuttavia pare essere stata tamponata: “Dopo la chiusura del bilancio c’è stato un nuovo flusso in uscita di depositi, che peraltro da qualche settimana si è arrestato ed è stato sostituito da un lento e graduale recupero”. Altro segnale incoraggiante citato dall’amministraore delegato, la permanenza psui conti correnti dell’istituto del 94% dei corrispettivi versati ai soci nelle scorse settimane nell’ambito dell’offerta di transazione. “Hanno aderito 94 mila azionisti – ha ricordato Viola – a cui era destinata l’offerta, il 70%. C’e’ un percorso lungo di recupero di fiducia, che non si compra ne’ si raccoglie, ma si conquista con anni di comportamenti responsabili”.

La protesta dei piccoli azionisti e dei sindacati

All’assemblea, a cui hanno partecipato 320 soci (direttamente o per delega) si sono fatte sentire le voci di protesta dei piccoli azionisti, scottati dalle vicende degli ultimi anni. I sindacati di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil e Unisin hanno manifestato con un sit in di protesta davanti alla Fiera dove si è tenuta l’assemblea. Presenti anche delegazioni di lavoratori arrivati da Prato.
“Al primo tentativo di licenziamento si mobiliterà tutta la categoria in tutta Italia”, ha detto Gino Barisotto, della Fisac Cgil, che è intervenuto in assemblea leggendo un comunicato sindacale congiunto: “Sostenere le banche oggi è impopolare ma qui si tratta di sostenere persone, famiglie, lavoratori che in molti casi sono soci. Una banca che ha una storia di 150 anni non può essere abbandonata, come non possono essere abbandonati i territori, i soci e i dipendenti. Manifestiamo per sensibilizzare le istituzioni, locali e nazionali ed europee perchè si faccia in fretta: l’economia non aspetta. Non staremo in silenzio a guardare il nostro territorio azzerarsi e i lavoratori messi sotto scacco”.

E sul tema occupazionale è intervenuto lo stesso Fabrizio Viola: “E’ prevista una significativa riduzione”. ha detto l’a.d. di Popolare di Vicenza, a proposito del nuovo piano di ristrutturazione presentato agli organismi europei. Si parla di circa 2.500 esuberi sugli 11.600 dipendenti di BpVi e Veneto Banca.
“L’obiettivo che ci siamo dati – ha aggiunto -, e speriamo di realizzarlo, è quello di continuare a utilizzare le leve convenzionali per ridurre in modo significativo il personale”. Viola ha poi spiegato che la banca ha anche “iniziato una attività negoziale con i dirigenti per ridurre le loro retribuzioni”.

La Banca valuta sequestri contro gli ex amministratori

Dell’azione di responsabilità avviata nei confronti degli ex amministratori, ha parlato l’avvocato Carlo Pavesi, che segue la procedura. “L’atto di citazione” dell’azione di responsabilità “era la premessa necessaria per poi valutare azioni revocatorie o sequestri. Per quanto di mia conoscenza l’intenzione di questo cda è di avviarle nel più breve tempo possibile anche perchè ci sono segnali di iniziative che suggeriscono l’opportunità di azioni di questa natura”.
“Queste cose si possono valutare ora proprio grazie alla notifica dell’atto di citazione”, ha aggiunto, rispondendo ad alcuni azionisti che auspicavano proprio l’esecuzione di procedure di sequestro nei confronti dei vecchi vertici della banca.

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