Un detenuto del carcere della Dogaia ha colpito al braccio e a una mano un agente penitenziario con una stampella che gli era stata fornita per motivi sanitari. Lo riferisce Pasquale Salemme, segretario regionale per la Toscana del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe.
“Giovedì (13 aprile ndr) – spiega il Sappe -, un detenuto di origini italiane, appartenente al circuito detentivo di Alta Sicurezza, nel corso della mattinata aveva posto in essere un gesto di autolesionismo, mediante l’ingerimento di corpi estranei, per cui si era reso necessario l’invio urgente in luogo esterno di cura. Nella serata, durante la fase di immissione della socialità a ‘celle chiuse’, regime con il quale viene data la possibilità ai detenuti di recarsi in altre camere detentive per la consumazione della cena, il soggetto a seguito di un diverbio cercava di colpire un altro compagno di detenzione, mediante l’uso di una stampella, concessa in uso per motivi sanitari.
All’intervento del poliziotto di sorveglianza della sezione detentiva, il recluso, senza sentire ragioni, rivolgeva la sua ira contro questi, colpendolo inaspettatamente con la predetta stampella sulla mano e sul braccio. L’Agente, approfittando delle difficoltà di deambulazione del soggetto, riusciva a mettersi in sicurezza presso l’atrio del piano, ove azionava l’allarme generale”.
L’assistente Capo coinvolto nell’evento, al quale questa il sindacato esprime la propria solidarietà, è stato successivamente condotto presso il Pronto Soccorso dell’ospedale Santo Stefano, dove è stato visitato con una prognosi di 5 giorni.
“In tutto questo contesto, il Capo dell’Amministrazione penitenziaria Consolo si preoccupa di cambiare taluni vocaboli ad uso interno nelle carceri e non a mettere in campo adeguate strategie per fronteggiare questi gravi eventi”, afferma il sindacato.
Gli si leva la stampella e se non cammina, gattona!