Quando il monastero ospitò 500 sfollati. Cronaca della Resistenza in San Niccolò nei diari di suor Martinez


Durante gli anni tragici della seconda guerra mondiale il Conservatorio di San Niccolò aprì le porte ai rifugiati politici, agli ebrei e a moltissime famiglie di sfollati. A quel tempo alla guida della comunità delle domenicane di San Tommaso d’Aquino, che ancora oggi vivono nel monastero, c’era madre Cecilia Vannucchi, una delle figure più luminose della vita religiosa pratese. La cronaca di quei giorni si arricchisce adesso con la trascrizione e la pubblicazione del diario di suor Teresa Caterina Martinez, all’epoca segretaria della superiora e testimone diretta di quegli accadimenti.

Le pagine del quaderno custodito nella biblioteca di San Niccolò sono diventate un libro grazie all’impegno e alla passione di Francesco Saverio Picchi, pratese doc di 85 anni, che nel ’44 trovò ospitalità nel Conservatorio assieme al fratello e ai genitori. Il volume, corredato da foto e da una interessante appendice contenente documenti dell’epoca, verrà presentato venerdì 26 maggio alle 11 in occasione dell’annuale festa della scuola, alla presenza del vescovo Agostinelli, del presidente della Fondazione San Niccolò Guido Giovannelli, del sindaco Matteo Biffoni, della superiora generale delle Domenicane di San Tommaso d’Aquino suor Delfina e suor Stefania della comunità monastica di San Niccolò. Ci sarà anche il curatore della pubblicazione Francesco Saverio Picchi.

 

madre cecilia vannucchi

«Su richiesta delle suore, da sette anni, mi occupo della loro biblioteca, l’ho catalogata e anche computerizzata», spiega Picchi, che di mestiere ha fatto il tessitore, il responsabile commerciale per un importante lanificio ed è un cultore della memoria pratese, tanto che ha dato alle stampe due libri molto conosciuti in città, dedicati alle famiglie del babbo e della mamma: «Quel ramo dei Picchi» e «Vengo da Paperino da parte di madre».
«Negli anni della guerra abitavamo in via del Serraglio – racconta -, la nostra zona era a rischio bombardamenti degli alleati perché vicino c’è la ferrovia, così, grazie alla generosità delle suore, abbiamo vissuto per alcuni mesi in convento». I Picchi non erano soli, con loro c’erano cinquecento persone, in gran parte famiglie, accolte dalle Domenicane che non esitarono, a costo della loro incolumità, a dare alloggio ad ebrei, a partigiani e al Comitato di Liberazione Nazionale. Tanto che madre Cecilia nel 1964 fu insignita della medaglia d’oro per la Resistenza.

«Nel diario di suor Martinez, religiosa originaria delle Marche, sono riportati i fatti salienti di quell’epoca – dice Picchi -, nel libro sono pubblicate le cronache dal 1941 al 1944. La suora parla dell’inizio della guerra, prima lontana poi sempre più vicina, della caduta di Mussolini e dello sbarco in Normandia. Tutte notizie arrivate in convento attraverso la radio e il sentito dire, si tratta dunque di un documento interessante e utile per ricostruire un pezzo di storia cittadina». Come detto le vicende avvenute in San Niccolò si sono intrecciate con la storia familiare di Picchi, che grazie a questo lavoro ha potuto fare una scoperta emozionante. «In biblioteca c’è appesa una pergamena scritta a mano in latino con caratteri gotici – racconta ancora – non ci avevo mai posto attenzione, poi l’ho osservata meglio e ho visto che si tratta del ringraziamento a madre Cecilia per l’ospitalità ricevuta. Il testo fu scritto due mesi dopo la fine della guerra e in calce ci sono le firme di 104 capi famiglia pratesi. Tra quelle ne ho trovata una in grande evidenza, scritta dalla mano di un uomo che sapeva scrivere soltanto il proprio nome. Con mia grande sorpresa ho capito che si tratta di quella di mio padre».

G.C.

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Francesco Saverio Picchi
Francesco Saverio Picchi
6 anni fa

Non Ho durante le mie lunghe ricerche trovato un riferimento ad una medaglia d’oro conferita a Madre Cecilia Vannucchi. Tutte le benemerenze e la attestazioni di riconoscimento sono bubblicate nella documentazione. La Madre ha avuto una medaglia d’oro per “Una vita per gli altri” conferitagli dalla confraternita della Misericordia e questo molto trardi rispetto al periodo trattato. Ma non sono un professionista e potrei sbsgliarmi. SDe voi l’avete scritto avrete sicuramente un riferimento- Mi farebbe piacere conoscerlo. Cordialmente-