In tre giorni ha messo a segno sei rapine ai danni di negozi e prostitute tra Agliana e la zona vicino al casello di Prato ovest. L’uomo, un italiano di 35 anni incensurato, è stato individuato e arrestato dalla polizia grazie al riconoscimento della targa della sua auto, una peugeot grigia, utilizzata per mettere a segno tutti i colpi.
La prima rapina è avvenuta mercoledì scorso, 21 giugno, in un negozio di fiori ad Agliana. A viso scoperto e pistola alla mano, poi rivelatasi un’arma giocattolo, l’uomo è entrato nell’esercizio commerciale chiedendo l’incasso della giornata. Poi è iniziata l’escalation, il trentacinquenne ha rapinato anche un maxi-store gestito da cinesi, sempre nel territorio aglianese, e si è concentrato sulle prostitute con lo stesso modus operandi: si avvicinava a loro con l’auto e poi, sotto la minaccia della pistola, si faceva consegnare dalle donne il denaro che avevano in borsa. Quattro le sue vittime: una nigeriana e tre albanesi, rapinate tra Agliana e via dei Palli, all’altezza del distributore Eni. Il bottino totale dei sei colpi è risultato abbastanza magro, non superiore ai 400 euro.
L’uomo è stato individuato e arrestato dalla polizia nella notte grazie alla segnalazione della targa del suo veicolo, comunicata dal negoziante del maxi-store cinese e da alcune prostitute. Il rapinatore è stato raggiunto nella abitazione dei genitori, dove vive da quando si è separato dalla moglie. E proprio questa condizione familiare è stata la causa del compimento dei crimini. Il trentacinquenne ha ammesso la sua colpevolezza e ha imputato alla grave situazione economica in cui versa, dovuta alla separazione e al pagamento degli alimenti al figlio, il motivo delle rapine. Una condotta criminale dunque dovuta essenzialmente alla disperazione. L’uomo si trova ora al carcere della Dogaia.
Poeretto! Si fa altro che parlare di violenza alle donne da parte di uomini, ma uno ridotto cosi’ non è uno che subisce violenza, e questa volta da una legge che favorisce la donna e che nasce da un pensiero dominante che secondo me sarebbe da rivedere parlando di violenza in senso lato quando essa si verifica?
Poco prima del referendum sul divorzio, notando il mio attivismo pro-divorzio, un anziano collega di lavoro mi disse: guarda nini, che costa meno mantenere la ganza che divorziare.
Il tempo gli ha dato ragione.