30 Giugno 2017

Saldi estivi al via, 230 euro la spesa media a famiglia: ecco la guida agli acquisti


Arrivano con Luglio i saldi estivi. Sabato 1 luglio prendono il via le vendite di fine stagione nella provincia di Prato che, dopo un giugno tiepido per quanto riguarda il settore moda, scaldano l’atmosfera con sconti fra il 20 e il 40%. A dirlo è un’indagine svolta da Confcommercio Pistoia e Prato fra le proprie aziende associate, dalla quale emergono aspettative sostanzialmente in linea con quelle del 2016 che evidenziano un cauto ottimismo da parte dei negozianti, grazie anche alle aperture serali straordinarie che quest’anno cambiano completamente formato. La manifestazione “My Prato Weeks” vedrà infatti i negozi aperti nelle sere di martedì, mercoledì e giovedì delle prime due settimane di luglio, il periodo più “caldo” per i saldi. Un dato questo che si allinea a quanto riportato dall’Ufficio Studi di Confcommercio Imprese per l’Italia, secondo il quale ogni famiglia spenderà in media per l’acquisto di articoli e calzature in saldo circa 230 euro a famiglia e 99 euro a persona, per un valore complessivo intorno ai 3,5 miliardi di euro. I capi che andranno per la maggiore nelle prime settimane di vendite a saldo nella provincia di Prato saranno bermuda e magliette per l’uomo, abitini per la donna. Fra i preferiti, i colori naturali, il bianco, il blu chino ma anche verde e rosso. Fra le calzature non mancheranno sandali da donna con o senza tacco e scarpe sportive. “L’avvio dei saldi è sempre un momento di grande attrazione per il commercio e auspichiamo che possa portare con sé un mese di luglio positivo sotto il punto di vista delle vendite. – afferma Alessandra Coppini della Consulta Imprenditori Confcommercio di Prato – I consumatori cercano non soltanto il risparmio ma anche, e soprattutto, la qualità dei capi; caratteristica che non mancherà nei negozi pratesi dove gli amanti dello shopping potranno aggiudicarsi i capi migliori a prezzi convenienti”.

Per il corretto acquisto degli articoli in saldo, Confcommercio ricorda alcuni principi di base:

1. Cambi: la possibilità di cambiare il capo dopo che lo si è acquistato è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme (art. 1519 ter cod. civile introdotto da D.L.vo n. 24/2002). In questo caso scatta l’obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo e, nel caso ciò risulti impossibile, la riduzione o la restituzione del prezzo pagato. Il compratore è però tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto.

2. Prova dei capi: non c’è obbligo. E’ rimesso alla discrezionalità del negoziante.

3. Pagamenti: le carte di credito devono essere accettate da parte del negoziante.

4. Prodotti in vendita: i capi che vengono proposti in saldo devono avere carattere stagionale o di moda ed essere suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo. Tuttavia nulla vieta di porre in vendita anche capi appartenenti non alla stagione in corso.

5. Indicazione del prezzo: obbligo del negoziante di indicare il prezzo normale di vendita, lo sconto e il prezzo finale.

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