27 Giugno 2017

Senza stipendio da tre mesi: sciopero degli operatori sanitari della Casa per anziani di Tavola. La replica della proprietà FOTO


Un’ora di sciopero con tanto di sit-in in segno di protesta per il mancato pagamento degli stipendi. A manifestare sono gli addetti della struttura per anziani La Casa di via Braga a Tavola, gestita dalla Cooperativa Nuova Liahona di Firenze. I lavoratori della struttura, che ospita dieci anziani, non percepiscono lo stipendio, circa 1200 euro mensili, da tre mesi ma già dal dicembre scorso sono iniziati i ritardi nei pagamenti. “La scelta di scioperare per una sola ora – fa sapere la FP Cgil – è dovuta al senso di responsabilità che lega gli operatori agli ospiti della struttura, che conta 10 posti letto in un appartamento adibito a residenza assistita, non convenzionata con l’Asl ma autorizzata al funzionamento dal Comune di Prato”. “Ad oggi – secondo Andrea Carli della FP CGIL di Prato – sono stati depositati in tribunale 6 decreti ingiuntivi che peseranno sulle casse della Cooperativa Nuova Liahona. Ciò metterà forse a rischio la continuità della cooperativa ma il mancato rispetto, da parte della cooperativa nuova Liahona, dell’accordo sui pagamenti delle mensilità arretrate e il clima di incertezza sul futuro lavorativo non hanno lasciato scelta – secondo il sindacalista – ai lavoratori, sempre più impoveriti da una cooperativa sociale inadatta al ruolo e al mandato consegnato dagli anziani e dai loro familiari”.

Dal canto suo il presidente della Cooperativa Nuova Liahona, Carmine Chirico, spiega che nel 2016 la cooperativa – che fino a quel momento aveva preso in affitto un ramo di azienda – ha dovuto rilevare l’intera attività. Un passaggio importante e costoso che ha creato qualche problema economico. Per ottenere il mutuo necessario a finanziare il piano industriale, che prevede una serie di interventi e il rilancio della struttura, e di conseguenza a mettersi in pari con il pagamento degli stipendi, sono necessarie due garanzie: la convenzione con l’Asl, che verrà firmata a breve, e il rispetto della quota minima di lavoratori-soci. “Essendo una cooperativa sociale abbiamo l’obbligo di avere almeno il 60% di lavoratori-soci – spiega il presidente Chirico –. A novembre abbiamo prospettato ai dipendenti (allora erano nove) di diventare soci, ma soltanto in due hanno accettato. Altri due si sono dimessi. Adesso siamo pronti a fare entrare tre nuovi soci, ma per raggiungere la quota minima del 60% saremo costretti a licenziare uno o due degli attuali dipendenti, sempre che non cambino idea”. A questo proposito il presidente Chirico si è detto disponibile a riaprire il dialogo con i lavoratori se ce ne saranno le condizioni.

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