21 Luglio 2017

Bufera sul Prato, parla Toccafondi: “Sono innocente, in 39 anni di gestione mai subito un punto di penalizzazione” VIDEO


Prosegue l’inchiesta della procura che ieri si è abbattuta sul Prato calcio. Oggi gli inquirenti hanno convocato diversi testimoni e personaggi coinvolti nella vicenda, tra i quali il presidente del Prato Paolo Toccafondi. Nell’interrogatorio di garanzia Paolo Toccafondi si è avvalso della facoltà di non rispondere, così come Filippo Giusti, presidente della Sestese e Filippo Pacini, i quali sono stati posti agli arresti domiciliari. I legali dovranno studiare un fascicolo, quello dell’accusa, composto da duemila pagine. Ma intanto l’avvocato Enrico Guarducci, che assiste Paolo Toccafondi annuncia già che ricorrerà al Tribunale del Riesame contro la misura cautelare a cui è stato sottoposto il patron biancazzurro: l’inibizione per 4 mesi.

Intanto, prendendo atto del provvedimento della magistratura, Toccafondi ieri ha rassegnato le dimissioni da presidente dell’Ac Prato. Gli subentra la sorella Donatella Toccafondi, attuale vicepresidente. “Sono tranquillo, sono innocente. Dimostrerò che sono una persona per bene, come tutta la mia famiglia. In 39 anni di gestione, la nostra società non ha mai ricevuto un punto di penalizzazione” – ha voluto sottolineare Toccafondi, che nell’uscire dal Palazzo di giustizia ha rilasciato una breve dichiarazione ai cronisti.

Oggi sono sfilati in Procura alcuni testimoni, tra cui l’ex allenatore del Prato Vincenzo Esposito e alcuni giovani calciatori. Ricordiamo che il filone principale dell’inchiesta, diretta dai sostituti procuratori Lorenzo Gestri e Lorenzo Boscagli, riguarda la violazione del Testo unico sul’immigrazione per far entrare illegalmente in Italia ragazzi stranieri per farli giocare in squadre di calcio italiane ed europee, in violazione anche delle norme Fifa sui tesseramenti. Secondo l’accusa gli indagati facevano carte false per far entrare in Italia giovani calciatori africani, in particolare ivoriani minorenni, uno dei quali è stato fatto passare per figlio naturale di una donna ivoriana già presente in Italia, in modo da ottenere i visti di ingresso e i permessi di soggiorno per motivi di ricongiungimento familiare. L’inchiesta, che ha travolto anche la Sestese calcio, riguarda casi di sospette combine su alcune partite, la maggior parte delle quali nel calcio dilettanti riguardanti la Sestese, ma c’è anche lo spareggio salvezza contro il Tuttocuoio che due mesi fa ha permesso al Prato calcio di mantenere la Lega Pro. Un risultato che adesso finirà sotto la lente di ingrandimento della procura federale sportiva, che potrebbe penalizzare il club biancazzurro. Rimanendo all’inchiesta che ha coinvolto il Prato calcio – tra le 11 partite sospettate di combine – risulta nel mirino degli inquirenti anche la partita del campionato di Eccellenza toscana girone B Sestese-Zenith del 30 aprile 2017 terminata con la vittoria della formazione pratese. I dirigenti della Zenith, contattati sulla vicenda, si dicono estranei ai fatti.

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[…] telefoniche dell’inchiesta che ha coinvolto il presidente della Sestese Filippo Giusti e il presidente del Prato Paolo Toccafondi, ha focalizzato l’attenzione su alcune telefonate tra dirigenti del Prato e il presidente […]