14 Luglio 2017

Migranti, Biffoni dice sì al centro di rimpatrio: “Con grandi numeri la Toscana rischia il tilt”


“Flussi di arrivi continui e costanti, con numeri massicci, rischiano di mandare in tilt un sistema che invece funziona e che ha dato grazie all’impegno di tanti delle buone e delle buone risposte”. Lo ha detto Matteo Biffoni, presidente di Anci Toscana e sindaco di Prato, interpellato sui rischi di tenuta del modello toscano di accoglienza “diffusa” dei migranti, nel caso in cui i flussi aumentassero ancora. “Abbiamo un sistema che funziona – ha spiegato, a margine della presentazione del Libro Bianco regionale sull’accoglienza – fatto di piccoli centri, fatto di belle esperienze, fatto anche di errori a cui abbiamo dato rimedio. Però è chiaro che, io dico sempre, è strutturato come se fosse un maratoneta, non è un centometrista: per fare buona accoglienza e quindi dare risposta alle persone che arrivano, ma anche mettere in salvaguardia e creare meno tensione possibile nei territori che accolgono, perché è altrettanto importante, abbiamo bisogno di tempo e di organizzazione”.

“Secondo me è utile in questo momento un luogo da cui mandare un segnale di rigore nel rispetto delle norme” ha aggiunto Biffoni a proposito dell’ipotesi di apertura di un centro di rimpatrio per i migranti in Toscana, prospettata ieri a Firenze da Federico Gelli, presidente della commissione parlamentare di inchiesta sui migranti. “Io penso che l’idea di Minniti – ha affermato Biffoni a margine della presentazione del Libro Bianco sull’accoglienza in Toscana – almeno quella originaria di un luogo in cui prevedere quello che prevede la legge, niente di più e niente di meno, cioè l’allontanamento del cittadino non comunitario, in particolare a mio modo di vedere se commette determinati tipi di reati, secondo me serve. Poi parliamo della politica dei rimpatri che è competenza dello Stato, ne discuteremo con il governo e in particolare col ministro dell’Interno”. Gelli, incontrando ieri i prefetti della regione, aveva parlato di “un piccolo centro di 100 persone” che non hanno ottenuto asilo o protezione umanitaria, per smistarli nei paesi di provenienza.

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Fabio
Fabio
6 anni fa

Cioè vale a dire persone che sanno che dovranno andar via con la forza, pertanto ancor più disperati dei disperati che ci sono in giro. Non mi pare una buona idea, poi fate voi io mollo lascio questo “BEL PAESE”