19 Luglio 2017

Presunto pedofilo ai domiciliari dopo un anno di carcere: a settembre il processo con rito abbreviato


Sarà celebrato con rito abbreviato il processo a carico dell’operaio edile accusato di aver avvicinato bambine e ragazzine all’uscita da scuola e di averle palpeggiate nelle parti intime, dopo averle condotte, con una scusa, nell’androne di alcuni palazzi o in ascensore. Il presunto pedofilo, 42 anni, incensurato, fu arrestato a giugno 2016 e dopo un anno di carcere, poche settimane fa, è stato posto ai domiciliari dal Tribunale della Libertà.
Sono otto gli episodi di violenza che vengono contestati, di cui uno, avvenuto a Campi Bisenzio, è stato stralciato e inviato per competenza al Tribunale di Firenze. Le vittime, bambine e adolescenti tra gli 11 e i 14 anni di età, sono state sentite nel corso dell’incidente probatorio; hanno riconosciuto il proprio aggressore e raccontato le modalità con cui hanno subito le attenzioni morbose dell’uomo.
L’uomo, vestito con abiti da lavoro, avvicinava le proprie vittime, chiedendo loro di aiutarlo a prendere le misure di una porta o di una finestra: con questa scusa le conduceva all’interno di alcuni palazzi, dove si lasciava andare a palpeggiamenti. Nel corso delle indagini, i casi su cui si era posata la lente della squadra mobile (nella foto il dirigente Francesco Nannucci) erano stati una dozzina. I sette episodi contestati a Prato risalgono al periodo tra il 2014 e il 2016, tranne uno avvenuto nel 2011.
Il presunto pedofilo entrava in azione durante la pausa pranzo e ha colpito in varie parti della città, per poi allontanarsi in auto. L’accusa, nei suoi confronti, è di violenza sessuale su minori.
Nel corso dell’udienza preliminare, l’indagato ha ammesso determinate condotte, ma la difesa – sostenuta dall’avvocato Lorenzo Baldassini – ha sottolineato l’assenza di atti violenti e la mancanza di denunce immediate, tranne in un caso, da parte delle vittime che sul momento avrebbero minimizzato l’accaduto, salvo poi riconsiderare i fatti a seguito della diffusione della notizia da parte dei media. L’avvocato difensore ha prodotto anche la perizia di uno psicologo, anche se sulla capacità di intendere e di volere dell’imputato non ci sono dubbi.

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