4 Agosto 2017

Carcere, sopralluogo della commissione regionale sanità. Ciolini (Pd): “In alcuni reparti vivibilità al limite”


Prima il lungo colloquio con il direttore, Vincenzo Tedeschi quindi la visita alla Casa Circondariale di Prato, la struttura di via La Montagnola dove la commissione sanità e politiche sociali del Consiglio regionale questa mattina ha svolto un sopralluogo. Sono emersi, spiega il consigliere Nicola Ciolioni (Pd), “punti di forza ma anche criticità serie, su cui occorre intervenire nelle sedi proprie prima che la situazione degeneri”. Nella delegazione guidata da Ciolini anche i consiglieri regionali Manuel Vescovi (Lega nord), Paolo Sarti (Sì Toscana a Sinistra), Monica Pecori (g.Misto), Andrea Quartini (M5s), e anche il vicesindaco di Prato, Simone Faggi.
Al centro della visita condizioni e numeri di una struttura “complessa”, organizzata tra reparto di massima sicurezza, di media sicurezza, per i collaboratori di giustizia, un’area protetta per i ‘sex offender’, i colpevoli di reati sessuali che debbono essere ‘protetti’ dagli altri detenuti. Tradotto “seicentocinquanta detenuti, quaranta meno di Sollicciano, eppure circa duecento unità di personale in meno per assicurare il servizio”, spiega Ciolini, che ricorda le frequenti tensioni sindacali da parte del personale carcerario.
Eppure si parla comunque di “un carcere attento, dove ci sono spazi ben tenuti e ben organizzati”; “i detenuti contribiscono alla manutenzione ordinaria, c’è la palestra, fanno teatro, c’è anche un reparto universitario, con i professori che vengono a tenere vari corsi, e negli ultimi anni ci sono stati 35 laureati”. Un buon andamento che si conferma anche per l’assistenza sanitaria “con tutte le specialistiche presenti, il servizio odontoiatrico ogni giorno, la guardia medica 24 ore su 24 con infermiere”.
Ma c’è anche altro. “In varie sezioni il degrado è importante, evidenti le difficoltà di gestione, di spazio, di pulizia – spiega Ciolini-; le condizioni sono ai limiti della vivibilità”. Sono le strutture destinate ai nuovi arresti, quelle “dove si sta in tre in una singola cella, non è sostenibile”. “Capisco anche la frustrazione del personale a dover lavorare in certi reparti”, aggiunge il consigliere che ricorda: c’è da lavorare anche sul fronte degli educatori e dei mediatori culturali, “mancano e il 65 per cento della popolazione carceraria è extracomunitaria”.
Da Ciolini, infine, i ringraziamenti al direttore Tedeschi, per la disponibilità e completezza delle informazioni fornite alla delegazione della commissione sanità del Consiglio regionale.

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