4 Agosto 2017

Carmignano ricorda l’eccidio di Artimino: domenica l’anniversario


Uno spettacolo che rende omaggio alla resistenza e alla libertà, a tutti coloro che hanno deciso di non abbassare la testa di fronte all’oppressione e di portare avanti nuovi ideali di democrazia. Così l’amministrazione comunale di Carmignano vuole ricordare l’eccidio di Artimino. Era il 6 agosto del 1944 quando cinque abitanti di Artimino persero la vita per mano dei tedeschi. I loro corpi vennero lasciati sul luogo dell’eccidio e i tedeschi si allontanarono rapidamente. Si tratta di Nella Nepi (39 anni), Samuele Nepi (66 anni), Vincenzo Del Conte (56 anni), Olinto Fontani (64 anni) e Zelinda Nesti (44 anni). Per ricordare le cinque vittime civili, l’amministrazione comunale di Carmignano, l’Anpi di Carmignano e il Comitato 11 Giugno Poggio alla Malva hanno promosso proprio per domenica 6 agosto, un’iniziativa aperta a tutta la cittadinanza.
“Abbiamo fin da subito scelto di dare molto risalto alla commemorazione dell’eccidio del 6 agosto del 1944 – ha spiegato l’assessore alla Cultura Stella Spinelli – . E’ indispensabile ricordare con dignità questo efferato episodio che ha colpito i nostri concittadini in una delle stagione più buie e tragiche della storia contemporanea. Artimino come Figline, come Sant’Anna, come Marzabotto. Ed è con orgoglio che onoreremo Nella, Samuele, Vincenzo, Olinto e Zelinda invitando tutti i cittadini a partecipare alla cerimonia ufficiale e poi a sedersi con noi in piazza San Carlo per lo spettacolo teatrale. Si tratta di una piece che ho fortemente voluto perché rende omaggio alla libertà e alla resistenza quali valori universali per restare umani”.
L’appuntamento è per domenica 6 agosto alle 20,45 in piazza San Carlo ad Artimino, da dove partirà il corteo con le autorità del Comune e il Gonfalone, diretto verso il cippo dei 5 martiri. Qui si terrà una cerimonia civile e sarà deposta la corona d’alloro al monumento.
Alle 21,30, sempre in piazza San Carlo, spazio a “Azad, libertà”. Un recital – concerto sulla vita del popolo curdo, tratto dal romanzo “La guerriera dagli occhi verdi” di Marco Rovelli. Una rappresentazione che ripercorre la vita di Avesta Harun e del popolo curdo. Il racconto viene scandito da momenti musicali in cui l’autore del libro, che è anche musicista, viene accompagnato da Serhat Akbal, straordinario suonatore di saz baglama, il tradizionale strumento a corde curdo. Le canzoni, dedicate a chi cerca la libertà, e i canti tradizionali dei curdi, si alternano alla lettura recitata di brani del libro “La guerriera degli occhi verdi” per raccontare una storia che non è solo di Avesta, né solo del popolo curdo, ma di tutta l’umanità.

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