29 Settembre 2017

La Crocifissione di Giovanni Bellini può tornare a Prato. Gli Amici dei Musei vincono la battaglia: «Riconosciuto il secolare legame del dipinto con la Toscana»


Il dipinto della crocifissione di Giovanni Bellini può tornare a Prato. Lo ha annunciato questa mattina l’Associazione Amici dei Musei che da tempo si sta battendo per il ritorno in città delle opere della Galleria di Palazzo Alberti, acquistate negli anni dalla Cassa di Risparmio di Prato e poi trasferite in Veneto dalla Popolare di Vicenza.

La soprintendenza del Veneto ha recentemente eliminato il vincolo di pertinenzialità territoriale del dipinto del Bellini, che si trova attualmente a Palazzo Thiene a Vicenza. Dunque la Crocifissione potrà riunirsi alla collezione di Palazzo Alberti perché è stato riconosciuto il legame secolare che l’opera d’arte ha con la Toscana. Determinante per questo risultato la battaglia condotta dall’avvocato Mauro Giovannelli per conto dell’Associazione Amici dei Musei.

Il pronunciamento della soprintendenza veneta si unisce ad uno analogo espresso dalla soprintendenza toscana, che lo scorso febbraio con un decreto ha vincolato la galleria di Palazzo Alberti a Prato e all’omonimo Palazzo, dichiarandola bene culturale della storia della città. Quest’ultima decisione è stata impugnata il 28 aprile scorso al Tar dalla Popolare di Vicenza, poco prima della liquidazione dell’istituto di credito, per ottenerne l’annullamento. La causa è ancora in corso. In questo giudizio interverrà anche l’Associazione Amici di Musei per tutelare il legame della galleria al patrimonio culturale della città, affiancando così il ministero dei beni culturali e il comune di Prato nella difesa della piena legittimità del decreto della soprintendenza toscana.

Nel ricorso al Tar la Bpvi non ha chiesto la sospensiva, quindi il provvedimento è pienamente esecutivo e l’Associazione Amici dei Musei si aspetta che i funzionari della soprintendenza si attivino al più presto per far tornare il quadro del Bellini a Prato, dove manca ormai da cinque anni.

La crocifissione di Giovanni Bellini fu acquistata dalla Cassa di Risparmio di Prato nel 1981 per un costo di tre miliardi di lire. Il dipinto era di proprietà della famiglia Niccolini, marchesi di Camugliano e Ponsacco, fin dai primi del Seicento.

Il vincolo di pertinenza territoriale del dipinto con la Toscana è stato riconosciuto grazie a una ricerca storica e archivistica compiuta dagli studiosi Isabella Lapi Ballerini e Claudio Cerretelli. Grazie alle loro ricerche è stato possibile attestare la presenza del dipinto in Toscana fin dal Settecento.

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