20 Settembre 2017

Ordinanza antiprostituzione, a Firenze linea dura contro i clienti. A Prato le multe sono quasi sparite


Un procedimento penale che prevede l’arresto fino a 3 mesi o un’ammenda fino a 206 euro: sono i provvedimenti già scattati a Firenze a carico dei ‘clienti’ delle prostitute in seguito all’ordinanza, in vigore da alcuni giorni e valida su tutto il territorio comunale, con cui il sindaco Dario Nardella intende combattere la prostituzione su strada, fenomeno dietro il quale spesso lucra la criminalità organizzata.
Le multe ai clienti erano già previste a Firenze, come a Prato e in altre città, ma Palazzo Vecchio ha aggravato la sanzione per i clienti sfruttando il nuovo decreto sulla sicurezza di Minniti. Chiunque a Firenze sarà sorpreso, da pattuglie in borghese o in divisa, a contrattare una prestazione con una prostituta, subirà una denuncia sulla base dell’articolo 650 del codice penale per violazione di una ordinanza delle autorità.

Berselli: “Ordinanza anche a Prato”
E se Nardella invita i colleghi dei comuni limitrofi ad emettere analoghe ordinanze, a Prato anche il consigliere comunale indipendente Emanuele Berselli chiede, in un’interrogazione al sindaco Biffoni, se è intenzionato a fare altrettanto “per una battaglia di civiltà, ancora prima che di legalità”.
Nel testo Berselli chiede se il primo cittadino “condivide il giudizio secondo il quale anche la nostra città di Prato non può rimanere cieca e assente di fronte a un fenomeno così vasto che distrugge la dignità di migliaia di donne ridotte a oggetto spesso in stato di schiavitù e che consente un vergognoso arricchimento della malavita organizzata nostrana e straniera di vari etnie fortemente radicate a Prato”. Il consigliere comunale prospetta anche il rischio che a seguito dei provvedimenti adottati a Firenze, il fenomeno della prostituzione su strada possa spostarsi ancor più di quanto già non lo sia attualmente nei territori limitrofi della Piana e anche a Prato.

A Prato poche multe contro i clienti delle prostitute
In una nota il sindaco Biffoni risponde che a Prato ci sono già strumenti efficaci per contrastare il fenomeno della prostituzione: la municipale può intervenire in base al regolamento di polizia urbana che prevede multe di 166,66 euro alle prostitute e di 400 euro ai clienti, che rischiano anche il sequestro amministrativo del veicolo. Proprio applicando questo articolo la polizia municipale ha proceduto in passato alla confisca definitiva di autovetture, un provvedimento raro in Italia. Ma rare sono anche le multe fatte negli ultimi anni. Nel 2009 furono 121; nei tre anni successivi si è sfiorata quota cento (98 multe nel 2010, 94 nel 2011 e 95 nel 2012). Nel 2013 – ultimo anno intero di legislatura Cenni – le multe si riducono a 36 ma è negli ultimi 4 anni che le sanzioni sono quasi sparite. Nel 2014 – anno in cui a maggio viene eletto sindaco Matteo Biffoni – si registrano solo 6 multe, mentre dal 2015 ad agosto 2017 le sanzioni sono state 30. In pratica, una sanzione al mese.

Biffoni: “Abbiamo già un regolamento forte”.
“Il provvedimento del Comune di Firenze – spiega il sindaco Matteo Biffoni – prevede sanzioni diverse e l’arresto: ne valuteremo l’efficacia e la validità anche dal punto di vista giuridico, ma non sarà l’inasprimento delle misure nella città fiorentina a cambiare la situazione a Prato dove già abbiamo un regolamento forte”.
“I provvedimenti che si possono mettere in campo per contrastare il fenomeno della prostituzione, che in Italia ricordiamo non è un reato, ma soprattutto gli interventi per combattere lo sfruttamento della prostituzione devono essere mirati e calati sul territorio – sottolinea il sindaco Matteo Biffoni -. Il regolamento in vigore, che ho trovato, è già rigoroso e utile a disincentivare i clienti. Come sappiamo però il fenomeno in città è diffuso soprattutto nelle abitazioni e nei così detti centri massaggi dove vengono fatti controlli e attività di indagine. Più volte sono stati sottoposti a sequestro abitazioni e attività dove era palese che si svolgesse attività di prostituzione (13 i sequestri di questo tipo dal 2014 ad oggi, ndr), anche se è molto difficile accertare lo sfruttamento, quindi il reato. Tanto che nei casi più noti di appartamenti in zone critiche come in via Sant’Antonio la procura non ha avvisato le condizioni per confermare il sequestro”.

Il sindaco Biffoni sottolinea poi come sia necessario intervenire soprattutto nel contrasto al fenomeno dello sfruttamento: “Su questo ovviamente non ha competenza il Comune, ma comunque ci siamo attivati con l’unità di strada per monitorare la situazione e, là dove ci sono state le condizioni, per assistere le donne sfruttate attraverso il progetto anti tratta Satis, Sistema anti tratta toscano interventi sociali, a cui aderisce la città di Prato”.

D.Z.

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