15 Settembre 2017

Un tempio crematorio a Santa Maria a Colonica: il progetto e le risorse ci sono, la parola passa al Comune


Il tempio crematorio potrebbe sorgere a Santa Maria a Colonica. La società Pratoinvest ha infatti presentato al Comune un progetto, condiviso con le associazioni, per realizzare un tempio crematorio a Prato, il tutto a costo zero per l’amministrazione. L’esigenza di realizzare una struttura del genere è molto sentita in città, basti pensare che il 43% dei pratesi scelgono la cremazione invece che l’inumazione. Sono circa 2500 i decessi complessivi l’anno, questo significa che la domanda di cremazione è alta, ma non riceve oggi risposta sul territorio, costringendo le associazioni a rivolgersi a Firenze, Livorno o Pistoia. La conseguenza è una dilatazione dei tempi, che tradotto vuol dire ulteriori disagi e sofferenze per familiari e amici, costretti ad attendere anche parecchi giorni prima di poter dare l’ultimo saluto al loro caro scomparso.
“La necessità che Prato si doti di un proprio tempio per la cremazione è evidente a tutti e infatti se ne parla da tempo. Oggi però c’è un progetto concreto, con la relativa disponibilità agli investimenti necessari, già presentato al Comune di Prato dalla società Pratoinvest e dalla sede pratese della So.Crem.-Società per la cremazione – commenta Giulio Lombardo, che di Pratoinvest è il presidente –. Da parte nostra vi è la massima disponibilità ad approfondirne tutti gli aspetti, in un percorso che ha già visto un primo e positivo incontro col Comune di Prato.”
L’investimento complessivo assicurato da Pratoinvest è di 3 milioni; di questi, 650.000 euro sono destinati all’impianto di cremazione vero e proprio, per il quale si è scelta la soluzione più moderna ed evoluta, in grado di garantire prestazioni eccellenti anche dal punto di vista dell’impatto ambientale. Il progetto indica anche una possibile localizzazione del tempio, ai margini del Macrolotto 2, ma vi è la massima disponibilità dei proponenti a valutare soluzioni diverse in coerenza con gli obiettivi di gestione del territorio del Comune di Prato.
“Come So.Crem. di Prato abbiamo accolto con soddisfazione l’intenzione di Pratoinvest di impegnarsi per risolvere il problema dell’assenza sul territorio pratese di un tempio della cremazione – aggiunge il presidente della So.Crem. Franco Lotti -. Ci siamo quindi associati alla presentazione del progetto, per il quale auspichiamo un rapido accoglimento. Voglio ricordare che ormai anche la Chiesa cattolica non si oppone alla cremazione, purché questa scelta non contraddica la fede sulla resurrezione dei corpi. Il nostro motto è ‘Lasciamo la terra ai vivi’: per i defunti dal nostro punto di vista la cremazione è la soluzione più rispettosa dell’ambiente e della dignità della persona umana.”
La società Pratoinvest si è costituita nel 2003 con lo scopo di coinvolgere i soci dell’allora Unione Industriale Pratese, ora Confindustria Toscana Nord, in iniziative di carattere infrastrutturale e nella gestione di alcuni servizi pubblici, ampliando poi il proprio oggetto sociale alla valutazione di progetti di investimento anche di natura diversa. Conta 81 soci e ha contribuito a lanciare due società nell’ambito delle energie alternative e nella softwaristica.
La Società per La Cremazione di Prato è un’associazione a cui aderiscono circa 2.000 soci in tutta la provincia. Alla Federazione Nazionale aderiscono 41 società per la cremazione sparse su tutto il territorio italiano, per un totale di circa 140.000 iscritti. Si tratta di associazioni di volontariato senza scopo di lucro che promuovono la cremazione come scelta di civiltà e progresso.

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Marras
Marras
6 anni fa

La scelta di civiltà esiste quando il rispetto dei morti va di pari passo a quello della salute dei vivi. Oggi l’Europa considera tali impianti di cremazione al pari di vecchi inceneritori, inoltre essa ribadisce come la più inquinata d’Europa la piana Fi-Po-Pt. Il sistema scandinavo (a freddo con impatto zero) non piace alla So.crem. Domandatevi perché.

Primatus
Primatus
6 anni fa

La cremazione a freddo, detta criomazione, porta innumerevoli vantaggi sia dal punto di vista ecologico sia economico e già attiva nei Paesi del nord con grande successo. Non vedo dunque la ragione perché la So.crem si ostini a portare avanti per Prato progetti obsoleti già in partenza e oltretutto altamente inquinanti. Cosa c’è sotto?

Placido
Placido
6 anni fa

Vogliamo costruire inceneritori umani per ogni Comune o Provincia Toscana, o forse sarebbe meglio che la Regione stessa decidesse una volta per tutte di fare un piano generale di crematori serio che ancora non esiste. Dobbiamo procedere in ordine sparso? Vogliamo il rispetto alla salute o preferiamo che le lobby ingrassino per il proprio interesse? Riflettiamo!

Gianmario
Gianmario
6 anni fa

La criomazione o cremazione a freddo é nota perché riduce drasticamente i costi ed ha un impatto zero sull’ambiente. Già operativa da tempo, risolve brillantemente il problema. Cosa stiamo cercando?

Fedelino
Fedelino
6 anni fa

A tale proposito posso dire che la criomazione produce humus per ogni cadavere che viene sotterrato impiantandovi sopra un alberello in modo che un domani i cimiteri appariranno guardini pieni di alberi (vedi paesi scandinavi). A me pare che taluni amministratori del settore abbiano una grande ignoranza a riguardo. O forse annusano qualcosa?

Braccioforte
Braccioforte
6 anni fa

Spero che a fronte di questa proposta, l’amministrazione comunale si sia fatta una gran risata!

Segundo
Segundo
6 anni fa

Che senso ha affrontare questo problema con un progetto senza considerare che aggiungeremmo ulteriori elementi inquinanti a dispetto dei vivi? I nostri cari defunti di certo non lo vorrebbero. Si alla cremazione dunque per rispettare la volontà dei trapassati ma altrettanto rispetto per coloro che gli commemorano. Sono d’accordo per la criomazione

Macho
Macho
6 anni fa

Le studiano tutte pur di far quattrini…

Paolino
Paolino
6 anni fa

Non basta avere in Toscana il maggior numero di crematori in Italia? Oppure sarebbe l’ora, prima di fare progetti, di investire la Regione a redigere un piano efficace di crematori a freddo dislocati non in ordine sparso ma strategicamente allocati? E poi perché le Asl ogni tanto chiudono gli impianti a intermittenza come quelli di Pistoia e poi Arezzo, poi Firenze e poi ecc.ecc?

Eolo
Eolo
6 anni fa

A mio parere ho l’impressione che i fautori del progetto più che all’etica pensino a qualcos’altro. Spero di essere smentito ma c’è troppo interesse e fretta di costruire a Prato questo tipo di inceneritori, peraltro già banditi dall’Europa, che sicuramente aggraveranno il già morente sistema ambientale della piana. Una prece.

Ambra
Ambra
6 anni fa

E’ desiderio della maggior parte degli italiani voler essere cremati dopo la morte. Anch’io sono di questo parere ma il buon senso mi dice che lo potremmo fare solo con impianti che diano la certezza di non recare danni ambientali a chi vive. Penso che la soluzione ideale sia la citata criomazione. Del resto sarebbe una scelta civilmente responsabile apprezzatissima.

Patricia
Patricia
6 anni fa

Leggo adesso, con soddisfazione, la risposta dell’assessore Alessi in merito al progetto della So.crem. Sarebbe stato un suicidio caricare ulteriormente quell’area di un ulteriore motore inquinante. D’altra parte in Prato non esistono aree idonee a farlo per il fatto che la provincia è densamente popolata (la terza città dell’Italia centrale) e per di più considerata dai vertici Europei quella più a rischio in tutto il territorio UE. Mi domando cosa c’è dietro ai testardi proponenti del progetto (ogni anno se ne propongono uno!) senza un ragionamento ambientale e ecologico bensì esclusivamente di carattere lobbistico. Bravo assessore, questa volta abbiamo un amministratore attento alla salute dei cittadini!