9 Ottobre 2017

A Prato nasce la prima unità di bioinformatica oncologica: uno strumento in più per la lotta ai tumori


Nasce all’ospedale Santo Stefano di Prato la prima unità di bioinformatica oncologica della Toscana per sostenere la ricerca medica e aiutare i pazienti oncologici. La struttura, che sarà pienamente operativa entro l’anno, viene realizzata grazie al finanziamento della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze e la collaborazione della Fondazione ‘Sandro Pitigliani per la lotta contro i tumori’ di Prato.

La bioinformatica è una disciplina innovativa, finalizzata alla risoluzione di problemi in ambito medico con metodi informatici ed è attualmente in forte crescita. In tutta Italia vi sono solo poche centinaia di iscritti alla Società italiana di bioinformatica, a fronte di un fabbisogno stimato di personale per il prossimo quinquennio di oltre 2.000 unità. Proprio per colmare una tale lacuna e contribuire ulteriormente ad accrescere le potenzialità dell’oncologia dell’Ospedale di Prato, già eccellenza a livello nazionale, è nata questa sinergia fra soggetto pubblico e fondazioni private al fine di fornire ai malati e ai loro cari un supporto valido ed efficace nella lotta contro le neoplasie.

Per l’attuazione del progetto è previsto un finanziamento complessivo di 300.000 euro (una parte viene erogata il prossimo anno) finalizzato all’acquisto di un sequenziatore in grado di tracciare le informazioni biomolecolari dei tumori; di una piattaforma di ultima generazione per lo studio del genoma di singola cellula; di un server per l’analisi e l’archiviazione dei dati.
Verranno anche conferite tre borse di studio finalizzate all’acquisizione delle capacità nell’utilizzo della nuova strumentazione e delle tecniche bioinformatiche.

Poiché in campo medico la tendenza è accentuare la cura personalizzata, l’emergente settore della bioinformatica costituisce uno strumento sempre più efficace nella cura delle malattie.
È infatti possibile realizzare la cosiddetta medicina di precisione permettendo al paziente di ricevere la giusta cura al momento giusto attraverso l’identificazione di specifici biomarkers. Il triplice scopo è garantire un miglioramento della qualità delle cure offerte al paziente oncologico, attuare un rafforzamento della collaborazione nell’ambito della rete regionale Istituto Toscano Tumori e attrarre giovani ricercatori nella formazione di una disciplina nuova e in continuo divenire, facendo di Prato un punto di riferimento per lo sviluppo della bioinformatica in Toscana.

“Tradizionalmente la nostra Fondazione – ha sottolineato il Direttore di Fondazione CRF Gabriele Gori – ha sempre mostrato un’attenzione particolare per i progressi della scienza medica e, negli ultimi anni, ha cercato di promuovere tutti quei progetti che sperimentano le nuove tecnologie nell’ambito della ricerca e della cura del paziente. Crediamo che l’Unità di Bioinformatica possa rappresentare, oltre a un oggettivo e misurabile miglioramento delle performances del centro oncologico di Prato, uno stimolo alla diffusione di questa nuova professionalità, quella del bioinformatico, che interpreta ed elabora i dati rendendoli disponibili per l’applicazione sul paziente e che sarà sempre più richiesta in futuro’’.

“Ringrazio calorosamente la Fondazione CR di Firenze – ha dichiarato Maria Giovannella Pitigliani, presidente della Fondazione Sandro Pitigliani per la lotta contro i tumori – per il suo sostanziale aiuto nel supportare la costituzione di questa unità. Sono certa che questa struttura, con la propria ricerca, apporterà un significativo contributo alla salute dei cittadini della USL Centro”.

“Il contributo della Fondazione CR Firenze – ha aggiunto il Dottor Angelo Di Leo, direttore di Oncologia medica dell’Ospedale Santo Stefano di Prato – è fondamentale per la costituzione dell’Unità di Bioinformatica, una struttura che unisce competenze informatiche, matematico-statistiche e biologiche con l’obiettivo di analizzare l’enorme mole di dati oggi ottenibili dalle nuove tecnologie per lo studio del DNA. La nuova unità sarà determinante per arrivare a personalizzare la cura attraverso una medicina di precisione che tenga in considerazione le caratteristiche specifiche della malattia di ogni paziente oncologico. In questo modo, la nostra équipe di oncologi avrà gli strumenti necessari per identificare la giusta terapia, al giusto paziente, nel giusto momento”.

‘’Mi unisco ai ringraziamenti alla Fondazione CRF – ha evidenziato il Direttore sanitario della Usl Toscana Centro Emanuele Gori – per questa grande opportunità. Il progetto rappresenta uno degli aspetti positivi dell’unificazione della nostra Azienda sanitaria e ciò ci inorgoglisce particolarmente. Siamo anche molto soddisfatti perché il progetto consente l’ingresso di giovani professionisti che operano in questo campo innovativo che ha una valenza scientifica altissima’’.

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