4 Ottobre 2017

Fondazione Cassa, grande dispersione del voto e nessun candidato raggiunge il quorum per l’elezione


Ancora una fumata nera per la Fondazione Cassa di Risparmio di Prato. Al termine dell’assemblea per la designazione della metà dei componenti del Consiglio di indirizzo, che si è tenuta nel tardo pomeriggio di ieri presso la Camera di Commercio, nessuno dei 14 candidati in lizza (tra cui la presidente uscente Fabia Romagnoli) ha raggiunto i 56 voti, ovvero i 2/3 dei votanti, quorum necessario per l’elezione. Restano pertanto in regime di prorogatio gli attuali organi, che continuano ad assicurare il regolare svolgimento delle attività della Fondazione, in attesa che venga convocata una nuova assemblea per le designazioni.

Nei giorni precedenti sembrava, da più parti, che ci fosse la volontà di trovare un accordo tra le varie anime dei soci dell’ente. Ma le convergenze, probabilmente indirizzate sui candidati più votati (Isabella Lapi Ballerini con 46 voti, Diana Toccafondi con 43, Giammarco Piacenti con 42, Idalia Venco con 41, Franco Bini con 39), non hanno retto alla grande dispersione del voto causata dalla presenza di ben 14 candidati e all’alta percentuale di votanti (presenti fisicamente o per delega 84 soci, contro i 73 della volta precedente) che ha fatto ulteriormente salire il quorum dei 2/3 a 56 voti.

Tra i candidati più votati, da registrare l’importante crescita di consenso registrata dall’imprenditore Franco Bini. A seguire Domenico Mazzone 35, Fabia Romagnoli 32, Francesco De Luca 28, Maurizio Gatti Dei 22, Alessandro Pieraccini 20, Lamberto Cecchi 11, Guido Moradei 10, Emilio Riva 5

Ma, stando ai commenti delle ore successive di molti soci, gli animi sono stati esacerbati dalla scelta di predisporre schede bianche senza l’indicazione dei nomi dei candidati – come nelle precedenti tornate elettorali – e da numerosi, lunghi, interventi di alcuni presenti, che hanno aggiunto benzina sul fuoco. Polemiche si sono registrate anche per la candidatura del notaio Francesco De Luca:  non è socio della Fondazione, come vuole la prassi, ma si è presentato nella lizza per entrare nel Consiglio di indirizzo. Lo statuto non lo vieta ma secondo molti la candidatura era irricevibile.

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