11 Ottobre 2017

Il Waldrappteam chiederà 11.200 euro di danni al bracconiere pratese che ha ucciso Santora, l’esemplare di Ibis eremita a rischio estinzione


Il Waldrappteam, coordinatore del progetto per la reintroduzione dell’Ibis eremita in Europa, è pronto a citare in giudizio e chiedere 11.200 euro di danni al bracconiere pratese, attualmente ricercato dalla polizia provinciale, che lo scorso 27 settembre ha con ogni probabilità abbattuto un esemplare maschio di un anno che stava migrando da Salisburgo, dove ha sede uno dei centri riproduttivi, al sito di svernamento nell’Oasi Wwf di Orbetello. L’ibis eremita è una specie migratrice che era presente nell’Europa centrale fino al XVII secolo, prima che si estinguesse del tutto a causa della pressione venatoria. Oggi è una delle specie maggiormente minacciate a livello mondiale. Nell’ambito di un progetto finanziato dall’Unione europea (LIFE+ Biodiversità), con partner in Austria, in Italia ed in Germania si sta cercando di reintrodurre la specie in Europa (conosci i dettagli del progetto).

L’abbattimento a Prato di Santora

Il volatile di cui si sono perse le tracce a Prato, chiamato Santora, veniva costantemente seguito grazie ad un trasmettitore GPS fissato sulla schiena. Alle 9 del mattino, dopo aver lasciato il sito di pernottamento notturno vicino Prato, l’Ibis è volata a due chilometri di distanza. Poco dopo, Maximilian Henrich, membro del Waldrappteam, è stato allarmato a causa della posizione inviatagli dal dispositivo GPS, recuperato poi grazie all’aiuto della Polizia Provinciale e dei Vigili del Fuoco in un cestino dell’immondizia nel centro di Prato.

“L’imbracatura che fissa il trasmettitore al dorso dell’ibis era stata tagliata – fanno sapere i responsabili del progetto, secondo i quali è evidente che qualcuno abbia rimosso il dispositivo dalla schiena dell’uccello per poterlo nascondere. Questa persona aggiungono i referenti del Waldrappteam “sembra non abbia realizzato che la nostra squadra era già entrata in stato di allarme. Tutto sembra far pensare che l’uccello sia stato abbattuto illegalmente”.

Il dispositivo GPS è stato consegnato nelle mani della Polizia Provinciale (nella foto sotto) che ha immediatamente aperto le indagini.

“A causa del bracconaggio, in questa regione, subiamo perdite continue – denunciano i responsabili del progetto di reintroduzione dell’Ibis eremita in Europa -. E’ per questo motivo che stiamo impiegando notevoli sforzi per lo sviluppo di un dispositivo che ci avvisi immediatamente in caso di incidente. Questo potrebbe permettere ad un membro della nostra squadra o ad  un volontario di raggiungere la scena del crimine il prima possibile. Il caso di Santora conferma che questo tipo di tecnologia potrebbe avere un notevole valore nella lotta contro i crimini a danno dell’ambiente. Potremmo fornire alla Polizia delle informazioni che aumenterebbero notevolmente la probabilità di identificare l’autore del fatto”.

 

Bracconaggio dell’Ibis eremita, c’è una condanna per un precedente a Livorno

La caccia illegale durante la migrazione autunnale, in Italia, rappresenta una principale minaccia per gli Ibis eremita ed altre specie a rischio di estinzione. Un cacciatore che nel 2012 uccise due Ibis eremita in provincia di Livorno è stato condannato al pagamento di una multa di 2000 euro e alla revoca della licenza di caccia. Nel 2017 la Corte di Cassazione ha confermato la condanna, creando così un precedente fondamentale nella lotta ai crimini a danno dell’ambiente ed ha spianato la strada per per intentare una causa civile per la richiesta di risarcimento. “Confidiamo nel fatto che anche nel caso di Santora il bracconiere possa essere identificato e speriamo di poter ottenere una condanna proprio sulla base del caso precedente. Intendiamo inoltre citare l’autore del fatto in giudizio per chiedere risarcimento dei danni pari ad una cifra di 11.200 euro” conclude Waldrappteam.

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