30 Novembre 2017

Incontri di Artimino: Prato verso un nuovo modello distrettuale, ma la fase di transizione è ancora in corso


Nove sessioni di lavoro per approfondire le tematiche relative allo sviluppo locale e una domanda che ha accompagnato i tre giorni di lavoro: Prato può ancora essere considerata un’entità distrettuale? E la risposta alla fine degli “Incontri di Artimino sullo Sviluppo Locale” è positiva, anche se la situazione è ancora molto fluida. Prato cambia, come ha sempre fatto negli anni, ma l’anima distrettuale resta, pur con l’instaurazione di rapporti diversi al suo interno. E’ quanto emerge al termine di tre giorni di lavoro, organizzati da Iris, che si sono conclusi oggi pomeriggio.
“Se facciamo il confronto con quanto accaduto negli anni della crisi in altre realtà italiane siamo ancora a livelli alti di collaborazione e di crescita – ha commentato Stefano Casini Benvenuti, direttore di IRPET, al termine di un intervento che ha analizzato come Prato sia cambiata dopo la grande crisi del 2008 – ma siamo in un momento delicato: se prevale la logica della rendita, il distretto si perde. Collaborazione, concorrenza interna e fiducia sono i tre pilastri che solo alla base del sistema distrettuale, che deve pro durre crescita, non puntare al mantenimento di posizioni acquisite”.
“L’interpretazione delle dinamiche del distretto negli ultimi anni è stata spesso oggetto di grande attenzione e abbiamo sentito versioni diverse, fatte sia da soggetti interni che esterni – ha esordito Enrico Mongatti, direttore del Centro Studi di Confindustria Toscana Nord – Il nostro è un distretto manifatturiero, che magari ha cambiato la composizione interna delle attività che vengono svolte al suo interno, ma che resta manifatturiero. Il terziario è un settore importante, che ci regala casi aziendali interessanti, ma nella maggioranza dei casi il settore è sviluppato solo all’internod del territorio ed è quindi legato al manifatturiero”.
Un modello produttivo in trasformazione, ma l’identità distrettuale non è in discussione: al termine di questi Incontri di Artimino emerge con forza l’idea che il sistema distrettuale pratese esiste ed è vivace, anche se sta ancora facendo i conti con una fase di transizione. “Le nostre imprese sono diventate più piccole: oltre il 50% delle imprese tessili ha un fatturato inferiore a 3,30 milioni di euro. Occorrono imprese finali più grandi, capaci di spingere il sistema verso nuove prospettive”, ha aggiunto Mongatti. Un tema già affrontato da Marco Bellandi, coordinatore del comitato scientifico degli Incontri di Artimino, che nei giorni scorsi aveva sottolineato la necessità per il distretto di poter fare affidamento su una leadership forte, in grado di traghettare il territorio verso una nuova fase.
La manifestazione è stata resa possibile grazie al contributo del Comune di Prato, con il patrocinio della Regione Toscana. I materiali di lavoro saranno disponibili sul sito www.incontridiartimino.it

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