15 Novembre 2017

Siglato l’accordo sindacale per i dipendenti ex BpVi: salvaguardati stipendi e welfare


Siglato oggi a Milano l’accordo che regola l’integrazione del Personale delle ex banche venete in Intesa Sanpaolo. La platea interessata dall’applicazione dell’accordo è costituita dagli 8.320 lavoratori provenienti dalle ex venete. Circa 600 i coinvolti in tutta la Toscana, di cui oltre 300 a Prato, gli ex dipendenti della Cassa di Risparmio che rimarranno in servizio (un centinaio i prepensionamenti nel nostro territorio, 170 in Toscana).
Per loro è prevista la salvaguardia dei trattamenti economici e l’applicazione integrale del contratto del gruppo Intesa Sanpaolo già dal 1 gennaio 2018. Da gennaio, inoltre, i lavoratori entrati dopo il decreto di giugno beneficeranno del welfare di gruppo e dal 2019 potranno anche fruire delle prestazioni del fondo sanitario. Sono così salvaguardate le capacità reddituali dei dipendenti, dopo che Intesa all’inizio della trattativa aveva paventato tagli agli stipendi nell’ordine del 20%. Il confronto sindacale ha consentito di accertare che la retribuzione media dei dipendenti delle Popolari venete non si discostava da quelle del gruppo Intesa San Paolo, che provvederà a decurtare le retribuzioni di alcune decine di alti ex dirigenti BpVi e Veneto Banca.

“Dal lato occupazionale commenta la First Cisl – è stata messa la parola fine a un periodo travagliato e pieno di incognite, riconoscendo agli oltre 8.000 lavoratori delle ex banche venete diritti, tutele e un welfare di eccellenza e distribuendo i benefici, in una logica di equità coerente con i valori confederali, a tutta la platea dei lavoratori”.
L’accordo definisce i trattamenti economici e normativi che saranno applicati a partire dalla migrazione informatica, prevista per il week end lungo dell’8 dicembre. Importanti anche le garanzie ottenute sul fronte della mobilità, ovvero lo spostamento dei lavoratori in altre sedi di lavoro.
“Abbiamo ottenuto l’impegno aziendale ad assegnare lavorazioni e ad aprire nuove filiali on-line nei territori dove esistano concentrazioni di personale ed implementare i centri già esistenti, come quello di Novoli, a Firenze. Sono state definite misure di tutela per chi dovesse essere coinvolto in forme di mobilità territoriale straordinaria. Sotto il profilo sociale è qualificante anche aver garantito la conferma in pianta stabile ai 200 giovani che erano in servizio a tempo determinato nelle ex venete alla data del 25 giugno, un risultato per niente scontato alla luce dei 4000 esuberi definiti dal piano di acquisizione, delle centinaia di chiusure di sportelli e del numero di persone che sono coinvolti in un cambio di mansione” fa sapere la First Cisl, secondo la quale “resta prioritario a questo punto l’impegno per dare garanzie occupazionali ai colleghi di Immobiliare Stampa, attualmente esclusi dal perimetro”.
Per tutelare questi lavoratori – 32 in tutta Italia, 6 dei quali con sede di lavoro a Prato – sono stati già attivati contatti con il Sindaco Matteo Biffoni e con il Governo centrale.
L’accordo sindacale chiude il cerchio dell’operazione di salvataggio delle ex Popolari Venete, per le quali lo Stato ha versato a Intesa San Paolo 3,5 miliardi di euro, oltre a 1,5 miliardi per finanziare il maxi-scivolo (fino a sette anni di prepensionamento) a 4 mila dipendenti (3 mila nel perimetro di Intesa e mille tra gli addetti BpVi e Veneto Banca).

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