28 Novembre 2017

Ventenne ucciso e chiuso in valigia: quattro fermati. La famiglia della vittima chiede silenzio


Quattro minorenni cinesi sono stati fermati a Prato per l’omicidio del connazionale 20enne trovato senza vita all’interno di una valigia in un appartamento di Piazza Dante, nel centro di Modena, sabato pomeriggio. Tre sono stati individuati dalla polizia, mentre un quarto si è costituito. Questa notte anche il quinto componente del gruppo si è presentato spontaneamente in questura dichiarandosi estraneo ai fatti. Quest’ultimo non è stato sottoposto a fermo, forse proprio per il ruolo marginale ricoperto nella vicenda.
“Se non ci vediamo più diffondo le tue foto osé che ho sul mio cellulare”. Sarebbe questo “ricatto” l’origine dell’omicidio. La vittima, a quanto emerge sulle indagini della Squadra Mobile, frequentava un minore suo connazionale, che aveva conosciuto a Prato. Il ventenne avrebbe scattato delle fotografie osé al minorenne che sarebbero state alla base di un ricatto quando quest’ultimo ha ipotizzato di non voler più vedere il ventenne. Ciò ha portato alla decisione del minore di presentarsi a casa con altri quattro giovani, sempre cinesi, che la vittima non conosceva.
Il gruppo – composto da minorenni tutti residenti a Prato – avrebbe ucciso il ragazzo nel massimo silenzio, molto probabilmente soffocandolo, per poi nascondere il corpo in una valigia.

Le indagini “sono state eseguite con il metodo tradizionale – spiega il capo della squadra mobile, vice questore aggiunto Marcello Castello -, ovvero attraverso le immagini delle telecamere in zona e le celle telefoniche”. Indagini che, peraltro, si muovono in un contesto molto particolare, spiega Castello: “Tutti e cinque hanno detto di non sapere l’italiano, ma noi crediamo il contrario. Sono tutti minorenni e si sono dimostrati assolutamente impassibili. Così come i genitori, che non sono stati minimamente collaborativi”. Il movente al momento appare soltanto uno: “Dalle dichiarazioni rese dal primo fermato, pare che la spedizione punitiva sia avvenuta per le fotografie particolari che la vittima aveva sul cellulare, foto che ritraevano appunto uno dei minorenni, di diciassette anni”.

“Come legale del dottor Andrea Giberti chiedo agli organi di informazione sensibilità e delicatezza per un crimine atroce su cui la Magistratura sta in queste ore indagando e che ha già portato a cinque arresti. La violenza omicida che ha colpito un giovane come Hu Congliang è frutto di una cultura che non mette al centro la persona come valore e che finisce per sottrarre umanità anche a giovani minorenni. È questo un momento di profondo dolore personale per il mio assistito che richiede silenzio”. E’ la richiesta, in una dichiarazione, dell’avvocato Andrea Speranzoni, legale del compagno della madre del ventenne cinese assassinato a Modena. “La violenza brutale e fredda che ha spezzato una giovane vita – continua – va combattuta anche con gli strumenti della riflessione e della cultura, non aiutate da nessuna forma di spettacolarizzazione. Il lavoro degli investigatori sta proseguendo e nutriamo grande fiducia a che si faccia piena chiarezza sui fatti”.

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