12 Dicembre 2017

Tragedia Tignamica, ai domiciliari i due coniugi cinesi gestori della confezione fantasma


Il giudice per le indagini preliminari ha disposto gli arresti domiciliari per Hu YinYan e Hu Yongsheng, i due coniugi cinesi indagati per la morte dei due connazionali nel rogo della palazzina alla Tignamica del 26 agosto scorso. I due indagati, gestori della confezione fantasma allestita nella casa-fabbrica, erano in carcere dallo scorso ottobre. L’attenuazione della misura cautelare è stata chiesta dall’avvocato difensore Gabriele Zanobini dopo l’interrogatorio a cui si sono sottoposti volontariamente, durante il quale hanno ammesso alcune responsabilità e fornito elementi ritenuti utili a ricostruire il rapporto con la proprietaria dell’immobile Patrizia Carmagnini, nei confronti della quale nelle scorse settimane il Tribunale del Riesame ha rigettato la richiesta di revoca degli arresti domiciliari.

La Procura di Prato, che aveva dato parere favorevole alla concessione dei domiciliari a Hu YinYan e Hu Yongsheng, conta di chiudere le indagini a breve. Secondo l’inchiesta, coordinata dai sostituti procuratori Lorenzo Gestri e Francesco Sottosanti, i due cinesi erano stati titolari di ditte di confezioni in capannoni-dormitorio fin dal 2007, intestate ora all’uno, ora all’altro. Poi nel 2014, a seguito di alcuni controlli, la scelta di “clandestinizzare” l’attività: Hu YinYan subentra al figlio nell’affitto della palazzina della Tignamica ed è nei mesi successivi che le macchine da cucire e gli operai avrebbero fatto il loro ingresso nella mansarda. A testimoniarlo, anche il picco di consumi elettrici e le richieste di maggiore potenza inoltrate all’Enel.

Secondo gli investigatori, Patrizia Carmagnini era al corrente della situazione da molto tempo: almeno dal settembre 2016, data in cui, secondo gli accertamenti informatici della Procura, è stato creato nel computer in uso alla donna, il file di una prima disdetta del contratto di affitto legata agli abusi. Il giorno della tragedia la proprietaria dell’immobile consegnò ai carabinieri una lettera, datata 3 agosto e sottoscritta da Hu YinYan, nella quale intimava all’inquilina cinese di togliere le taglia e cuci entro 30 giorni. Non una raccomandata spedita – spiegò la donna – ma consegnata a mano, che ha da subito insospettito gli inquirenti.

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